Vetri, lucerne, gemme, anfore di varie fogge, strumenti medicali e molti altri oggetti di uso quotidiano nell’antichità: tutti caratterizzati da marchi, loghi, firme e i più diversi segni di proprietà e appartenenza. Questo ed altro sarà possibile ammirare visitando la mostra, inaugurata oggi nella sede del Palazzo Meizlik ad Aquileia, Made in Roma and Aquileia promossa e organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con l’assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aquileia e l’Associazione Nazionale per Aquileia.
La rassegna, che rimarrà aperta fino al 31 maggio, comprende ben 156 pezzi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia oltre ai 150 provenienti dall’esposizione che si è appena chiusa ai Mercati di Traiano di Roma.
La testimonianza che emerge è quella di un’Aquileia dove si produceva, si esportava e si importava: città fondata nel 181 a.C. al limite tra il Mediterraneo e il mondo che si allarga oltre la cerchia alpina, è stata, con il suo importante porto fluviale, un vero e proprio microcosmo.
Un centro dinamico, la porta dell’ingresso da oriente per gli scambi e gli affari, nei quali vigeva le pratiche del bollo, del marchio e del contrassegno: come Roma, Aquileia racconta, attraverso questi piccoli ma efficaci accorgimenti, lo svolgersi nel tempo di un rapporto tra produttore, venditore e acquirente, e tra quest’ultimo e l’oggetto comprato.
“In quest’attualità segnata da divisioni – ha sottolineato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, intervenuta nel corso dell’inaugurazione – il messaggio è quello di un’Aquileia che duemila anni fa era capace di dialogare e di commerciare con il mondo. Questa mostra restituisce alla città di oggi un’impronta cosmopolita che ne rilancia la missione turistica e culturale”.
Un’opinione ripresa anche dal presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, il quale ha voluto creare un collegamento fra la capacità produttiva del territorio regionale a quelle antiche origini, affermando che la cultura imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia “viene da lontano”.
Per la Fondazione, come ha ricordato Zanardi Landi, questa mostra rappresenta il terzo appuntamento di un percorso che ha registrato un significativo successo di pubblico, con il raddoppio del numero dei biglietti d’ingresso venduti rispetto al 2015, grazie alle due precedenti rassegne: “Archeologia ferita. Il Bardo ad Aquileia” e “Leoni e Tori dall’Antica Persia ad Aquileia”.
Inoltre, a seguito dell’accordo sottoscritto dal Ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, è stato sancito il conferimento in uso alla Fondazione Aquileia di tutte le aree archeologiche della città. Un risultato questo che la stessa presidente Serracchiani ha ricordato essere stato perseguito e raggiunto grazie all’ottima qualità dei rapporti tra la Regione e il Ministero, in particolare grazie all’attenzione di Franceschini il quale ha saputo cogliere il livello del lavoro che si sta sviluppando nel nostro territorio.
Oltre a Serracchiani, al sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, e al direttore della Fondazione, Cristiano Tiussi, con la direttrice del Museo archeologico, Marta Novello, hanno presenziato all’inaugurazione l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, il vicepresidente del Consiglio regionale, Paride Cargnelutti, e il consigliere regionale Pietro Paviotti.