Dopo la donazione del materiale parzialmente inedito di Pier Paolo Pasolini, un ulteriore contributo va ad accrescere il patrimonio museale del Comune di Udine: l’archivio di Ardito Desio (Palmanova, 18 aprile 1897 – Roma, 12 dicembre 2001), uno dei maggiori esploratori e geologi italiani, sarà ceduto in comodato gratuito dalla figlia Maria Emanuela al Museo Friulano di Storia Naturale del Comune di Udine, che si occuperà di completare la schedatura e della valorizzazione del materiale custodito.
«Ardito Desio è stato uno dei più grandi alpinisti e geologi italiani, protagonista di imprese famose a livello mondiale come la conquista del K2 – ha commentato l’assessore alla Cultura, Federico Pirone – .Il suo archivio, per il quale ringraziamo sua figlia, è costituito da materiale straordinario a livello europeo non solo dal punto di vista scientifico, ma anche e soprattutto da quello storico: nella sua incredibile vastità e longevità raccoglie un vero e proprio spaccato di quasi un secolo di vita. È un materiale anche intimamente friulano: Desio incrocia la tragedia del Vajont così come si battè per la nascita dell’Università degli studi di Udine. Questo patrimonio è un valore aggiunto per il Museo friulano di storia naturale, in grado di dare un senso ulteriore alla sua nuova sede dove potrà essere nel tempo valorizzato nella maniera che merita».
«Tra i patrimoni materiali e immateriali di questa regione c’è anche la figura di Ardito Desio, che non ha incarnato solo lo ”spirito di avventura”, ma ha contribuito allo sviluppo di quella conoscenza del mondo che ancora forse non abbiamo completato – ha spiegato il sindaco, Furio Honsell – .Si arricchisce oggi la collezione del Museo di Storia Naturale che qui si trova nella sua nuova sede in previsione dei lavori del secondo lotto con questo straordinario materiale sia cartaceo che fotografico e oggettistico di cimeli di Desio».
«Il materiale concesso a Udine era stato richiesto, ancora quando mio padre era vivo, dallo Smithsonian Institute – ha rivelato la figlia di Desio, Mariela – ma io avevo la convinzione che sarebbe dovuto rimanere in Italia, e precisamente in Friuli, essendo lui friulano. Un archivio serve per essere visto da tutti, e mio padre sarebbe stato contento di sapere che siamo arrivati a questa bellissima soluzione, grazie alla quale le sue raccolte saranno adeguatamente valorizzate».
L’ARCHIVIO. L’Archivio, attualmente situato a Roma, è costituito da un ricco patrimonio storico-documentario, cartaceo, fotografico e oggettistico, che va dai primi del ’900 al 2000, e che nonostante le traversie storiche e politiche risulta praticamente integro e testimonia l’attività scientifica e tecnica svolta da Ardito Desio attraverso studi, ricerche, esplorazioni e oltre quindici spedizioni in tutti i continenti, in particolare in Asia e Africa. L’Archivio è in avanzata fase di organizzazione e informatizzazione al fine di renderne più agevole la consultazione.
DOCUMENTI. L’archivio comprende circa 450 faldoni (per un totale di oltre 200.000 documenti) di materiale relativo alle consulenze di Desio tra le quali quelle sulla frana del Vajont, sul Cern di Ginevra, sull’autostrada Milano-Roma, sui trafori alpini, su un’ottantina di progetti di dighe nel mondo, ma anche profili sismici vari, studi di ghiacciai, l’organizzazione della spedizione al K2 del 1929 e del 1954. Il tutto è accompagnato dalla relativa corrispondenza. Sono presenti inoltre libretti di campagna (con la descrizione dei campioni raccolti) circa 130 manoscritti, circa 700 tra mappe e carte geologiche, geografiche, topografiche, lucidi, anche disegnati a mano. Sono inoltre presenti documenti personali (pratiche militari, dell’università), una decina di disegni autografi, circa 80 diari autografi, circa 150 agende con appunti a partire dal 1929 e ben sessanta faldoni di corrispondenza personale. Nell’Archivio sono conservate inoltre circa 400 pubblicazioni scientifiche scritte da Desio di cui una ventina di 20 editoriali, circa 500 volumi di vari argomenti e autori, oltre ad un elevato numero di ritagli sfusi e pubblicazioni scientifiche di autori vari su diversi argomenti e numerose riviste.
FILMATI E FOTO. Non mancano i filmati, in parte girati da Desio in persona (40 riversati in Beta, di 8 e 16 mm di lunghezza ed epoche varie in bianco e nero e a colori a partire dagli anni ’30), e una ventina a firma di autori diversi. E infine le fotografie, raccolte in album, di dimensioni varie per un totale di circa 15.000, e anche sciolte, attualmente raccolte in faldoni, in attesa di essere catalogate e collocate in contenitori più idonei. Ci sono poi i negativi, circa 15.000, di varie dimensioni, e le lastre fotografiche, circa 700, anch’esse di varie dimensioni, e infine le diapositive, circa 9.000, quasi tutte di 35 mm e solo in piccola parte in dimensioni più grandi.
CIMELI. A completare il tutto, circa 350 cimeli e onorificenze relativi al K2-KK (diversi cimeli proveniente della spedizione del 1954, come scarponi, tute imbottite, gran pavese, guanti, occhiali ecc), cimeli militari (un cappello di alpino, una sciabola della prima guerra mondiale), e ricordi vari da viaggi e spedizioni (come ad esempio il tubo di metallo porta carte e la prima bottiglia di petrolio uscito dal Sahara libico). Sono poi presenti ricordi vari dalla storia personale (medaglie, riconoscimenti, documenti personali), cartoline, ma anche macchine fotografiche e cinematografiche (la Zeiss Ikon della spedizione al K2 del 1929, la Leika della spedizione al K2 del 1954) e le macchine da scrivere (dalla vecchia Olivetti portatile degli anni ’30 fino alla più moderna elettrica utilizzata negli ultimi tempi). Non poteva ovviamente mancare la strumentazione tecnico-scientifica come bussole, martelli, piccozze, altimetri, tavolette monticolo, e ancora onorificenze, nomine onorifiche, gagliardetti, quadri e foto.
Nel giro di due anni, appena completati i lavori per la nuova sede museale di via Sabbadini, l’Archivio troverà sistemazione in un settore destinato agli esploratori friulani. Il comodato gratuito avrà durata dieci anni rinnovabili tacitamente.
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«Ardito Desio è stato uno dei più grandi alpinisti e geologi italiani, protagonista di imprese famose a livello mondiale come la conquista del K2 – ha commentato l’assessore alla Cultura, Federico Pirone – .Il suo archivio, per il quale ringraziamo sua figlia, è costituito da materiale straordinario a livello europeo non solo dal punto di vista scientifico, ma anche e soprattutto da quello storico: nella sua incredibile vastità e longevità raccoglie un vero e proprio spaccato di quasi un secolo di vita. È un materiale anche intimamente friulano: Desio incrocia la tragedia del Vajont così come si battè per la nascita dell’Università degli studi di Udine. Questo patrimonio è un valore aggiunto per il Museo friulano di storia naturale, in grado di dare un senso ulteriore alla sua nuova sede dove potrà essere nel tempo valorizzato nella maniera che merita».
«Tra i patrimoni materiali e immateriali di questa regione c’è anche la figura di Ardito Desio, che non ha incarnato solo lo ”spirito di avventura”, ma ha contribuito allo sviluppo di quella conoscenza del mondo che ancora forse non abbiamo completato – ha spiegato il sindaco, Furio Honsell – .Si arricchisce oggi la collezione del Museo di Storia Naturale che qui si trova nella sua nuova sede in previsione dei lavori del secondo lotto con questo straordinario materiale sia cartaceo che fotografico e oggettistico di cimeli di Desio».
«Il materiale concesso a Udine era stato richiesto, ancora quando mio padre era vivo, dallo Smithsonian Institute – ha rivelato la figlia di Desio, Mariela – ma io avevo la convinzione che sarebbe dovuto rimanere in Italia, e precisamente in Friuli, essendo lui friulano. Un archivio serve per essere visto da tutti, e mio padre sarebbe stato contento di sapere che siamo arrivati a questa bellissima soluzione, grazie alla quale le sue raccolte saranno adeguatamente valorizzate».
L’ARCHIVIO. L’Archivio, attualmente situato a Roma, è costituito da un ricco patrimonio storico-documentario, cartaceo, fotografico e oggettistico, che va dai primi del ’900 al 2000, e che nonostante le traversie storiche e politiche risulta praticamente integro e testimonia l’attività scientifica e tecnica svolta da Ardito Desio attraverso studi, ricerche, esplorazioni e oltre quindici spedizioni in tutti i continenti, in particolare in Asia e Africa. L’Archivio è in avanzata fase di organizzazione e informatizzazione al fine di renderne più agevole la consultazione.
DOCUMENTI. L’archivio comprende circa 450 faldoni (per un totale di oltre 200.000 documenti) di materiale relativo alle consulenze di Desio tra le quali quelle sulla frana del Vajont, sul Cern di Ginevra, sull’autostrada Milano-Roma, sui trafori alpini, su un’ottantina di progetti di dighe nel mondo, ma anche profili sismici vari, studi di ghiacciai, l’organizzazione della spedizione al K2 del 1929 e del 1954. Il tutto è accompagnato dalla relativa corrispondenza. Sono presenti inoltre libretti di campagna (con la descrizione dei campioni raccolti) circa 130 manoscritti, circa 700 tra mappe e carte geologiche, geografiche, topografiche, lucidi, anche disegnati a mano. Sono inoltre presenti documenti personali (pratiche militari, dell’università), una decina di disegni autografi, circa 80 diari autografi, circa 150 agende con appunti a partire dal 1929 e ben sessanta faldoni di corrispondenza personale. Nell’Archivio sono conservate inoltre circa 400 pubblicazioni scientifiche scritte da Desio di cui una ventina di 20 editoriali, circa 500 volumi di vari argomenti e autori, oltre ad un elevato numero di ritagli sfusi e pubblicazioni scientifiche di autori vari su diversi argomenti e numerose riviste.
FILMATI E FOTO. Non mancano i filmati, in parte girati da Desio in persona (40 riversati in Beta, di 8 e 16 mm di lunghezza ed epoche varie in bianco e nero e a colori a partire dagli anni ’30), e una ventina a firma di autori diversi. E infine le fotografie, raccolte in album, di dimensioni varie per un totale di circa 15.000, e anche sciolte, attualmente raccolte in faldoni, in attesa di essere catalogate e collocate in contenitori più idonei. Ci sono poi i negativi, circa 15.000, di varie dimensioni, e le lastre fotografiche, circa 700, anch’esse di varie dimensioni, e infine le diapositive, circa 9.000, quasi tutte di 35 mm e solo in piccola parte in dimensioni più grandi.
CIMELI. A completare il tutto, circa 350 cimeli e onorificenze relativi al K2-KK (diversi cimeli proveniente della spedizione del 1954, come scarponi, tute imbottite, gran pavese, guanti, occhiali ecc), cimeli militari (un cappello di alpino, una sciabola della prima guerra mondiale), e ricordi vari da viaggi e spedizioni (come ad esempio il tubo di metallo porta carte e la prima bottiglia di petrolio uscito dal Sahara libico). Sono poi presenti ricordi vari dalla storia personale (medaglie, riconoscimenti, documenti personali), cartoline, ma anche macchine fotografiche e cinematografiche (la Zeiss Ikon della spedizione al K2 del 1929, la Leika della spedizione al K2 del 1954) e le macchine da scrivere (dalla vecchia Olivetti portatile degli anni ’30 fino alla più moderna elettrica utilizzata negli ultimi tempi). Non poteva ovviamente mancare la strumentazione tecnico-scientifica come bussole, martelli, piccozze, altimetri, tavolette monticolo, e ancora onorificenze, nomine onorifiche, gagliardetti, quadri e foto.
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