Arcigay e Arcilesbica presenti con uno stand a Friuli Doc

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Come annunciato nel maggio scorso, Arcigay e Arcilesbica, insieme con i ragazzi dell’associazione studentesca Iris, riproporranno i manifesti “Civiltà, prodotto tipico friulano” che raffigurano un bacio omosessuale

Preparata anche una mappa con tutti gli Stati del mondo dove gay e lesbiche possono sposarsi, dove godono di diritti civili, ma anche dove l’omosessualità è ancora punita per legge.
Nel volantino preparato per Friuli doc anche la storia di Arcigay Udine che quest’anno festeggia i suoi 20 anni

Per Friuli doc un altro prodotto tipico friulano: la civiltà. Come promesso nel maggio scorso, in occasione delle iniziative per la Giornata mondiale contro l’omofobia, Arcigay Udine e Pordenone insieme con Arcilesbica Udine saranno presenti con un proprio stand a Friuli doc, la manifestazione in programma da giovedì 16 a domenica 19 settembre.
Nello spazio in via Savorgnana, infatti, i due sodalizi, accompagnati dai ragazzi dell’associazione studentesca “Iris”, presenteranno le proprie attività e iniziative. E lo faranno davanti agli ormai famosi manifesti, saliti agli onori della cronaca nazionale per il bacio omosessuale scambiato a un tavolo imbandito con prodotti tipici friulani come vino, formaggio e prosciutto.
“Lo avevamo annunciato – commenta il presidente del Comitato provinciale Arcigay “Nuovi Passi”, Daniele Brosolo – che avremmo riproposto i nostri manifesti in occasione di Friuli doc, vetrina importante anche per far conoscere al grande pubblico i fronti su cui l’associazione è impegnata lungo tutto l’arco dell’anno”.
Al pubblico che passerà davanti allo stand verrà consegnato un volantino, confezionato appositamente per l’occasione, che riproduce anche l’immagine dei famosi manifesti. “Abbiamo voluto preparare – spiega Giacomo Deperu, vicepresidente dell’Arcigay udinese – una mappa mondiale che raffiguri tutti gli Stati del mondo, fortunatamente sempre più numerosi, dove gli omosessuali vedono riconosciuti i propri diritti, ma anche quelli in cui gay e lesbiche sono ancora puniti o, peggio ancora, uccisi soltanto per il loro orientamento sessuale. L’Italia, in questa mappa, si colloca ancora in una zona grigia. Non ci sono multe, detenzioni o condanne a morte – prosegue Deperu –, ma sul fronte dei diritti, a differenza della maggioranza assoluta dei Paesi dell’Unione europea, siamo ancora all’anno zero”.
Se da un lato, tuttavia, la politica sembra lontano dalle richieste degli omosessuali, la gente comune, invece, sembra essere già pronta. “Fortunatamente la società civile, quella fatta da persone comuni – spiega Brosolo –, spesso anticipa il legislatore. Ci sono sempre più uomini e donne favorevoli al riconoscimento delle unioni di gay e lesbiche. La società è pronta, lo dicono i sondaggi, e lo viviamo noi – prosegue – che abbiamo deciso di mettere la faccia per chi ancora non si sente di farlo o non può farlo. Mi chiedo, quindi – conclude –, che cosa aspetti la nostra politica a rispondere all’elementare esigenza di veder riconosciuti alcuni dei diritti fondamentali dei quattro milioni di cittadini italiani omosessuali”.
Nel volantino ci sarà spazio anche per un breve riassunto della storia dell’associazione friulana, tra le prime nate in Italia e che proprio quest’anno spegne venti candeline. La campagna, infatti, coincide anche con la celebrazione dei vent’anni di attività di Arcigay a Udine, nata nell’ottobre del 1990 in difesa dei diritti della comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale locale.
“Questi vent’anni di impegno sociale e di passione – commenta ancora Deperu – hanno aiutato senz’altro a cambiare la società. Per anni abbiamo messo il cuore nelle nostre battaglie – continua –, oggi ci mettiamo la faccia sapendo che l’esempio di serenità e dolcezza che quei manifesti esprimono possono essere d’aiuto per tutti i giovani omosessuali, spaventati da una società che spesso li esclude e li minaccia. Vent’anni di lavoro – prosegue Deperu nel ricordare l’appassionato e silenzioso lavoro di decine di volontari di Arcigay Udine e Pordenone dal 1990 ad oggi – hanno preparato le condizioni culturali che ci permettono ora di mostrarci pubblicamente nel pieno della nostra dignità di persone”.


Vi riproponiamo il sondaggio che avevamo aperto nel maggio di quest’anno

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