Primo sì alla manovra finanziaria. Ieri, a conclusione dell’esame degli emendamenti, la commissione bilancio del Senato ha approvato il testo completo della manovra non senza polemiche.Adesso l’attesa è per domani in Senato dove il governo è atteso chiedere la fiducia.
L’occhio del ciclone si è incentrato sull’emendamento di maggioranza all’articolo 8 del testo in cui vengono disciplinati i contratti aziendali. Il provvedimento modifica profondamente il diritto del Lavoro: fermo restando i vincoli costituzionali, comunitari o derivanti dalle convenzioni internazionali sul lavoro, gli accordi firmati in azienda o nelle associazioni territoriali operano anche in deroga alle leggi. E tra queste figura il licenziamento e lo Statuto dei lavoratori.
Nel testo, oltre al rispetto della Costituzione, sono presenti norme a tutela delle madri in concomitanza del matrimonio o a periodi legati alla maternità o all’adozione. (da finanza.com)
“Il Governo sconfitto sulle pensioni vuole ora distruggere l’autonomia e l’autorevolezza del sindacato e, così come per le pensioni, i segretari di CISL e UIL non si accorgono di quello che sta succedendo e parlano d’altro”. E’ quanto afferma il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, commentando l’emendamento della maggioranza sull’articolo 8 della manovra in tema di ‘contrattazione collettiva di prossimità’.
Per il numero uno di Corso d’Italia “le modifiche volute dalla maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama. Infine – aggiunge – negano il principio di rappresentatività che non può che essere dato dall’iscrizione al sindacato e dal voto dei lavoratori che viene invece escluso dalle modalità previste dall’articolo 8”.
Inoltre, prosegue Camusso, “nessuno ci racconti che quell’articolo è coerente con l’ipotesi di accordo del 28 giugno con Confindustria che aveva come cardini il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro e la misura della rappresentatività connessa al voto dei lavoratori: tanto che in assenza del voto dei rappresentanti sindacali si rendeva per la prima volta obbligatorio, in un accordo con le controparti, il voto dei lavoratori”.
Il Segretario Generale della CGIL afferma inoltre: “Vogliamo ancora una volta sottolineare il comportamento autoritario del governo che interviene sull’autonomia contrattuale delle parti con una scelta senza precedenti nella storia della nostra Repubblica. Tutto ciò, oltre a confermare le ragioni dello sciopero proclamato dalla CGIL per martedì 6 settembre, dice anche che la scelta esplicita di questo governo è quella di impedire che le parti sociali abbiano un ruolo positivo nel contribuire al superamento della crisi e per favorire la crescita. E’ utile – conclude Camusso – che Confindustria, CISL e UIL traggano le conseguenze di tutto ciò”.