Statuto Fvg, appello di Fontanini: “La gente è contraria alle fusioni di Comuni, obbligatorie nel nuovo Statuto. Aspettare il referendum prima dell’approvazione definitiva”
Attendere l’esito del referendum confermativo prima di licenziare in via definitiva il nuovo Statuto del Fvg. Perché, in caso di bocciatura della riforma costituzionale da parte dei cittadini, la “nuova carta” del Friuli Venezia Giulia rischia di destabilizzare e non semplificare l’assetto del governo locale oltre a non essere più conforme alla Costituzione (da cui lo Statuto discende).
Il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, anche alla luce degli esiti dei referendum sulle fusioni di Comuni di domenica scorsa, lancia un appello ai deputati che prossimamente dovranno pronunciarsi sul nuovo statuto, per l’ultima lettura. Un’esortazione ad attendere ancora qualche mese per evitare di adottare uno Statuto che potrebbe rivelarsi difforme alla Costituzione se, in autunno, gli elettori si pronunceranno contro la riforma. “Oltre a eliminare le Province quando, invece, potrebbero rimanere in ambito nazionale come livello di governo in base alla legge Delrio , – spiega Fontanini – il nuovo Statuto regionale, all’articolo 11, impone le aggregazioni di Comuni. Ma la gente, proprio in questi giorni, si è espressa chiaramente contro. Il clima, come emerso dai risultati delle consultazioni popolari di domenica, non è affatto favorevole a questo scenario. Il territorio sta lanciando segnali evidenti che potrebbero riproporsi anche ad ottobre. Ricordo, infatti, che anche nella riforma costituzionale è prevista l’obbligatorietà delle fusioni per i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Come si concilierebbe il “no” a questo scenario con l’obbligatorietà alle aggregazioni dello Statuto regionale? Da registrare inoltre che il Tar Fvg ha sanzionato la Regione proprio contro il potere sostitutivo dei commissari”.
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