“Il flusso della mobilità transfrontaliera è veicolo di contagio. Questa condizione incide di meno nell’area del Pordenonese rispetto a Trieste ma il virus circola e dovremmo aspettarci un aumento del contagio in questo territorio nelle prossime settimane. E’ rilevante comunque che il rapporto fra intensità dell’infezione e la ricaduta sulla domanda ospedaliera si mantenga ai livelli attuali. Se questo rapporto è alto vi sono impatti negativi anche sulle attività programmate per le altre patologie ma questo dipenderà dalle adesioni alla vaccinazione e alla terza dose oltre che dal rispetto delle regole”.
Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, nella sede della direzione dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo), con il prefetto, Domenico Lione, il direttore generale Joseph Polimeni, il direttore sanitario Michele Chittaro e il direttore del dipartimento di prevenzione di Asfo Lucio Bomben in videoconferenza con i sindaci dell’area del Pordenonese. La riunione è servita per fare il punto della situazione anche in relazione all’aumento dei contagi e tracciare una condivisione con tutti i portatori di interesse per arrivare a mettere in campo interventi coordinati.
“Il rapporto fra andamento dell’infezione e domanda ospedaliera – ha detto Riccardi – mostra dati diversi rispetto all’anno scorso. All’interno di questa partita vediamo alcuni vaccinati che riprendono il virus ma con caratteristiche diverse, non gravi. Il vaccino non ferma l’infezione ma blocca la malattia – ha indicato Riccardi -. Gli ospedali tengono ma il sistema è provato da due anni di fatica. Dobbiamo convincere le persone a farsi somministrare la terza dose e a continuare a rispettare le regole che abbiamo imparato a conoscere quali il distanziamento, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani”.
Il vicegovernatore ha ribadito, infatti, l’importanza di incrementare l’adesione: “oggi alle 15 si registravano oltre 10.000 nuove adesioni, un dato importante che però s’inserisce in un approccio ancora timido rispetto ai numeri presenti nella fascia over 40”.
Da questa esigenza è emerso anche l’appello ad incentivare l’adesione vaccinale che, per il prefetto, “è elemento fondamentale per il prossimo futuro: tutta la popolazione già vaccinata deve essere raggiunta con la dose booster” ed in questo senso è importante il ruolo dei sindaci che possono veicolare l’importanza di completare il ciclo con la terza dose attraverso una campagna informativa omogenea che raggiunga i cittadini.
E sempre ai primi cittadini è stato chiesto di sensibilizzare la popolazione e i pubblici esercizi sul green pass al di là dei controlli che verranno incrementati dalle Forze dell’ordine.
Alcuni dati esaminati nel corso della riunione hanno dato il quadro della situazione: il 15 febbraio del 2020 si contavano, come oggi, 851 positivi nell’area Pordenonese con 100 persone ricoverate nei reparti ospedalieri e 10 in terapia intensiva mentre oggi si contano circa 40 persone nei reparti internistici e nessun cittadino della provincia di Pordenone in terapia intensiva. Inoltre un anno fa i ricoveri giornalieri erano una ventina mentre adesso sono 4/5 al giorno. Dati che dimostrano gli effetti positivi del vaccino. Il picco sui nuovi positivi è palese anche nel contesto scolastico: da una media di 3/5 nuovi casi giornalieri si è passati agli attuali 12/15. Oggi nel Pordenonese si contano 15 classi in quarantena (in prevalenza scuole dell’infanzia, qualche scuola media e superiore).
Nel suo intervento Riccardi ha rimarcato le motivazioni del rialzo dell’epidemia fra le quali la mobilità transfrontaliera; da qui la necessità di imporre ai Paesi confinanti misure restrittive forti. Ma le ragioni dell’aumento dei contagi è da individuare anche nella vaccinazione “mediamente più bassa rispetto al resto del Paese – ha precisato Riccardi” e dalle conseguenze degli assembramenti senza distanziamenti e mascherine.
Un passaggio ha riguardato infine la proposta delle Regioni al Governo centrale sul Green pass: “consentire l’agibilità alle persone distinguendo fra vaccinate e non, è una misura di equità – ha detto Riccardi – e ci aiuterebbe a contenere il rialzo dei contagi”.
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