Gorizia, 24 giu – “La salute è un diritto che deve valere per
tutti, anche in carcere. E non deve limitarsi alla condizione di
non essere ammalati, ma deve significare star bene”. Lo ha detto
l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca,
intervenendo oggi al convegno “Uno di noi” nella Casa
circondariale di Gorizia.
All’incontro, promosso da Pietro Pipi in ricordo di Marco
Pannella e al suo decennale impegno politico anche nei confronti
dei detenuti, hanno preso parte, tra gli altri, l’onorevole Rita
Bernardini, il provveditore regionale dell’Amministrazione
penitenziaria Enrico Sbriglia, il filosofo Alessandro Tessari e
il giurista Francesco Bilotta. Da tutti è stata espressa la
preoccupazione per la situazione nelle carceri italiane, dove il
sovraffollamento e la carenza di personale rendono difficile la
salvaguardia di alcune prerogative inalienabili.
Condividendo quest’apprensione, Telesca ha sottolineato come
l’Amministrazione regionale, per quanto di sua competenza, ha
mosso alcuni passi fondamentali per far fronte a queste
criticità. “Nel 2014, pochi mesi dopo l’insediamento della
Giunta, si è attuato il trasferimento in capo alla Regione della
Sanità penitenziaria”, ha ricordato l’assessore.
Un passaggio di competenze che ha permesso di rafforzare
numericamente il personale medico e infermieristico all’interno
delle case di reclusione del Friuli Venezia Giulia, con la
garanzia per i carcerati di una maggiore assistenza. Proprio in
questo contesto l’assessore ha ricordato il protocollo operativo
per il soccorso di emergenza/urgenza nelle carceri di Tolmezzo,
siglato ieri.
Riprendendo infine uno studio, secondo cui in Italia solo il 10
per cento dei detenuti risulta socialmente pericoloso, Telesca ha
auspicato un maggiore impegno dello Stato, affinché ci sia un
incremento delle misure alternative, funzionali alla rieducazione
a alla riabilitazione dei condannati. “La pena non deve
peggiorare ma migliorare le persone”, ha concluso l’assessore.
ARC/PV/ppd
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