Una delle tradizioni più caratteristiche di Sappada / Plodn, isola linguistica di matrice tedesca, è il Carnevale (vosenòcht), momento fondamentale in cui rivivono le tradizioni locali e la cultura popolare, in cui si intrecciano ritualità e folclore, occasione di gioco, divertimento e trasgressione. Protagonisti assoluti sono le maschere (letter): per camuffarsi completamente e non farsi riconoscere dai compaesani vengono usate maschere in legno (lòrvn) intagliate da artigiani locali e tramandate spesso di generazione in generazione. I festeggiamenti del Carnevale sappadino si svolgono come un tempo nelle tre domeniche che precedono la Quaresima, dedicate ai tre diversi ceti della società: la “Domenica dei poveri” (pèttlar sunntach), in cui si usa vestire abiti dimessi e svolgere i lavori più umili per guadagnarsi da vivere; la “Domenica dei contadini” (paurn sunntach) che rievoca gli antichi lavori agricoli; la “Domenica dei signori” (hearn sunntach), espressione della classe benestante e occasione di sfoggio dei costumi più raffinati. Le maschere indossano vestiti appropriati a seconda della domenica e inscenano situazioni divertenti in cui coinvolgono gli spettatori e le persone delle case a cui fanno visita. Tutte parlano in falsetto (goschn) per non farsi riconoscere. Altre giornate caratteristiche del periodo sono: il “giovedì grasso” (vaastign pfinzntòk), in cui si svolge la Sfilata dei Rollate per le vie del paese; il “lunedì grasso” (vrèss montach), giornata dedicata al rollate, la tipica maschera sappadina; il “martedì grasso” (schpaib ertach).
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