Casa Ramen porta il Giappone a Udine

Casa Ramen porta il Giappone a Udine

Ricordate “Casa Ramen”? Correva l’anno 2018 quando la ramen-mania ha fatto irruzione a Udine, durante il Far East Film Festival, trasformando il Visionario in una vera e propria meta di pellegrinaggio gastronomico. E correva l’anno 2021 quando lo chef milanese Luca Catalfamo, che di quel pellegrinaggio è stato il “colpevole”, è ritornato al Visionario per un’altra (affollatissima) sessione. La formula del pop-up restaurant, insomma, ha funzionato alla grande, e siccome non c’è due senza tre… ecco che “Casa Ramen” accenderà nuovamente i fornelli, al Visionarioda venerdì 16 dicembre (la “soft opening” è programmata per le 19.00).

Catalfamo ha scelto di battezzare l’avamposto udinese “Casa Ramen Visionario”, quasi la promessa di volersi fermare più a lungo del solito, e queste sono tutte le coordinate utili: il 16, 17 e 18 dicembre il locale sarà aperto dalle 19.00 alle 22.30, poi, nelle due settimane successive, sarà aperto da martedì a venerdì, poi, ancora, dal 10 gennaio sarà aperto da martedì a sabato dalle 19.00 alle 22.30. Le prenotazioni sono già attive (www.casaramensuper.com) e, visti i due affollatissimi capitoli precedenti, sono fortemente consigliate.

“Casa Ramen Visionario” farà vivere ai propri clienti la stessa esperienza offerta dalla celebre “Casa Ramen” di Milano, il gioiello di Catalfamo dove (garantiscono i critici) il ramen che viene preparato è tra i migliori d’Europa. Chef Luca, del resto, già nel 2014 aveva conquistato i manager del Museo del ramen di Shin-Yokohama, aprendo un pop-up restaurant nella capitale mondiale del ramen: il Giappone!

Il ramen, ricordiamo, non si mangia: si “slurpa”. Sembra uno slogan degli anni ‘80, al limite della caricatura fumettistica, ma è l’esatto contrario: il verbo “slurpare”, per i giapponesi, indica un’azione quasi sacra. Certamente liturgica. L’azione di chi assapora il ramen come va assaporato. Siete pronti, dunque, a “slurpare” i deliziosi piatti di chef Luca, magicamente in equilibrio tra rivisitazione e tradizione?