Un omicidio premeditato per una vendetta causata da motivi personali: ci sarebbe anche questa tra le ipotesi ritenute possibili, secondo un comunicato del ministero dell’Interno egiziano diffuso oggi, della morte di Giulio Regeni. Le indagini avrebbero accertato che la vittima aveva numerose relazioni con abitanti del quartiere in cui viveva, molti dei quali sono stati interrogati.
“ Completamente insoddisfacente la risposta del ministro agli Affari Esteri Paolo Gentiloni al question time sulla morte di Giulio Regeni presentato da tutto il gruppo parlamentare di SI – SEL alla Camera ”: lo dichiara la parlamentare Serena Pellegrino ( SI – SEL), vicepresidente in commissione Ambiente a Montecitorio.
“ Non basta che la Farnesina proclami che gli investigatori italiani devono avere accesso a tutti i documenti sonori e filmati, ai referti medici e a tutti gli atti del processo nelle mani della procura di Giza, e nemmeno che assicuri che il Governo non si accontenterà di verità improbabili, come l’ipotesi che l’orrenda morte di Regeni rientri in una vendetta criminale “.
“ E’ evidente che, nonostante le rassicurazioni fornite dal Governo, le Autorità del Cairo non hanno alcuna fretta nel fare chiarezza sulle circostanze in cui è avvenuta la morte di Giulio Regeni, mentre i rapporti tra Italia ed Egitto sembrano essere sempre più intensi, l’ interscambio tra i due paesi ammonta attualmente a 4,2 miliardi di euro.”
Conclude Serena Pellegrino: “ Non è stata nemmeno sfiorata dal ministro Gentiloni l’ipotesi che abbiamo avanzato, e cioè che l’Italia metta in discussione le relazioni commerciali in essere fino a quando non sarà fatta luce sull’omicidio di Regeni. Ignorata anche la possibilità di sospendere la vendita di armi idonee alla repressione interna all’Egitto, così come disposto dal Consiglio UE nell’agosto 2013, misura sostenuta da una intensa attività diplomatica del Governo italiano e in particolare da Ministro Emma Bonino.”