Decine di furti compiuti, praticamente in contemporanea, in otto aeroporti del Paese, nei bagagli dei passeggeri custoditi nelle stive di aerei in partenza o in arrivo e impossessandosi praticamente di tutto. E’ uno spaccato inquietante di illegalità e di sfida nei confronti delle più elementari norme di civiltà quello che emerge dall’inchiesta “Stive pulite” condotta dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. L’inchiesta, che è andata avanti per oltre un anno, ha portato all’esecuzione di 86 misure cautelari, 29 arresti e 57 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettante addetti aeroportuali. Tra gli arrestati 19 dipendenti dell’Alitalia in servizio a Fiumicino, dove è stata eseguito il maggiore numero di provvedimenti. Nello scalo della capitale, inoltre, altri 30 addetti al servizio di carico e scarico dei bagagli hanno avuto notificato l’obbligo di presentazione. I furti andavano avanti da molti anni e sarebbero proseguiti per chissà quanto tempo ancora, in un clima di totale impunità, se non si fosse attivata concretamente la Procura di Lamezia Terme, che ha vagliato le denunce presentate dalle centinaia di passeggeri vittime dei furti. La caparbietà e l’ostinazione di un magistrato di lunga esperienza come il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, ha consentito così di trovare il filo conduttore e lo sbocco concreto di un’inchiesta che in caso contrario, tra difficoltà operative e problemi di competenza provocati dal fatto che i furti venivano compiuti in luoghi diversi, difficilmente avrebbe prodotto risultati operativi. “Il fatto importante – ha spiegato Prestinenzi in conferenza stampa – è che abbiamo fatto una trattazione unitaria di tutti gli episodi di furto, anche se rientranti nelle competenze di altre Procure, in quanto solo così è stato possibile valutare la gravità dei fatti. Si tratta di episodi rilevanti sul piano penale e sociale per il danno grave d’immagine e materiale provocato alle compagnie di volo ed all’intero sistema nazionale dei trasporti aerei”, ha aggiunto Prestinenzi, parlando di “un sistema illecito ben conosciuto e consolidato su scala nazionale”. La Polizia di frontiera di Lamezia Terme, diretta da Ferruccio Martucci, ha visionato ben 8.841 filmati, per un totale di circa 2.200 ore di ripresa. Gli aeroporti in cui sono stati commessi i furti, oltre Lamezia Terme e Fiumicino, sono quelli di Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo e Verona. Il dato significativo è che, grazie alla collaborazione con l’Alitalia, a bordo degli aerei sono state installate alcune telecamere particolari a emissioni zero in modo tale da non rischiare interferenze con la strumentazione di bordo dei velivoli e non pregiudicare, così, la sicurezza dei voli. E proprio le immagini hanno messo in evidenza l’arroganza e l’assoluta mancanza di rispetto da parte dei ladri nei confronti dei proprietari dei bagagli. Gli autori dei furti arrivavano persino a danneggiare, solo per dispetto e spirito vandalico, i bagagli in cui non trovavano nulla che fosse di loro interesse. Le indagini sono state condotte con la collaborazione attiva della Direzione sicurezza dell’Alitalia, che in una nota ha riferito che “continuerà a garantire, come parte lesa, la totale collaborazione alle forze di polizia e all’autorità giudiziaria”.
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