In un periodo di forte criticità e di instabilità economica come quello che sta vivendo il nostro Paese negli ultimi anni, numerose famiglie si trovano di frequente dinanzi alla necessità di affrontare delle spese esorbitanti rispetto alla propria disponibilità economica.
Basti pensare al costo di una ristrutturazione non preventivata oppure alle spese mediche indispensabili per affrontare una malattia.
In questa situazione, una delle vie di uscita generalmente percorse è quella del ricorso ad un istituto di credito per l’accensione di un finanziamento, da cui deriva l’impegno alla restituzione rateizzata del capitale ricevuto, maggiorato di interessi e costi accessori, per un periodo predeterminato.
Tra le forme di finanziamento più diffuse vi è senza dubbio la cessione del quinto, in quanto agevolata sotto il profilo economico: gli istituti di credito convenzionati con l’Inps potranno determinare le condizioni di erogazione del prestito, ma non in modo completamente libero, dovendosi ad esempio attenere alle rilevazioni trimestrali dell’ente previdenziale.
Da ultimo, con il decreto del 26 settembre scorso emesso dal MEF sono stati individuati i Tegm (Tassi Effettivi Globali Medi) da applicarsi alle cessioni del quinto dello stipendio e della pensione per il periodo compreso tra il 1° ottobre ed il 31 dicembre, con annesso inquadramento del tasso soglia da non superare per non incorrere in un finanziamento usurario.
Le percentuali variano a seconda che l’importo richiesto sia inferiore o superiore a 15 mila euro: nel primo caso, il tasso medio è pari all’11,23% e il tasso soglia al 18,0375% mentre, nel secondo, essi ammontano rispettivamente al 7,77% ed al 13,7125%.
Inoltre, con specifico riferimento ai tassi soglia da applicare alle cessioni del quinto della pensione, le variabili diventano due: classe di importo ed età del richiedente/pensionato (da intendersi quella maturata al termine del piano di ammortamento).
Ad esempio, per i soggetti aventi un’età compresa tra 60 e 64 anni, esso è pari al 9,17% ed al 7,38% rispettivamente per somme minori o maggiori di 15 mila euro. Diversamente, per i richiedenti under 59 le percentuali restano ferme al 8,37% ed al 6,58% e, infine, per i pensionati tra 75 e 79 anni il tasso soglia è del 11,47% e del 9,68%.
La principale caratteristica di questa forma di finanziamento riguarda la rata mensile, che non può superare la cosiddetta “quota cedibile”, che è pari ad un quinto delle somme nette percepite ogni mese dal richiedente a titolo di stipendio o di trattamento pensionistico.
Inoltre, non è il cliente a corrispondere direttamente alla banca erogante le somme con essa pattuite, giacchè è l’Inps a trattenere la rata mensile per poi riversarla nelle casse dell’istituto di credito finanziatore (per maggiori approfondimenti sulla cessione del quinto: Zonaprestiti.com).