CINE20: recensioni ed uscite cinematografiche / home video al 05/11/15

CINE20: recensioni ed uscite cinematografiche / home video al 05/11/15

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Cine20 lo potete leggere tutti i giovedì ed è curata da Matteo “Weltall” Soi dalle pagine del blog weltallsworld.blogspot.com e dal blogger-seriale Kusa direttamente da lavitaenientaltro.wordpress.com. Una coppia inedita disposta a tutto pur di mettere la loro esperienza di cine-blogger e cinefili non professionisti per una rubrica alla portata di tutti, libera e accessibile, che spazia da brevi recensioni fino alle uscite home-video, senza dimenticare le doverose segnalazioni sui film in sala, il tutto corredato da un sistema di valutazione facile ed immediato. Ma non possiamo più trascurare l’importanza delle serie TV e da questa settimana si inaugura Derive Seriali, una sezione apposita curata da :A:, scrittore, sceneggiatore e nerd impenitente.
Detto questo, andiamo a cominciare.

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Al cinema e non solo.

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spectre007-SPECTRE di Sam Mendes
ovvero:
LA COERENZA DEGLI AUTORI PRIMA DI TUTTO, E QUEL CHE NE CONSEGUE

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Visto che la recensione è lunghissima e ci sono anche degli spoiler: sì, vi consigliamo di andare a vedere SPECTRE, MA dobbiamo avvisarvi che è un film MOLTO lungo e a tratti noioso.
SE vi lamentavate che “Preferivate il Bond precedente”, cioè quello p
re-Craig, dopo avere fatto il giro lungo, ci siamo tornati, ovviamente in versione aggiornata. Se non vi piace neanche questa versione, forse 007 non vi è semplicemente mai piaciuto. Buona lettura!

La coerenza a volte comporta scelte difficili. A volte addirittura impopolari. Secondo chi scrive, per uno sceneggiatore con un metodo, la coerenza è un grandissimo pregio. Anche se a volte produce film imperfetti: e questo SPECTRE,  perfetto nella sua coerenza, è imperfetto come film in sé. Il percorso di Neal Purvis e Robert Wade (accompagnati prima da Paul Haggis e ora da John Logan) è stato chiaro: dopo “The World is not Enough” e “Die Another Day”, ricevono la richiesta di reinventare Bond per il ventunesimo secolo. La chiave di volta è Daniel Craig, l’attore che meglio incarna il Bond letterario. E la chiave è lì: per rifondare Bond, ignorare quanto fatto con i precedenti venti film, che hanno creato una mitologia e una serialità propri, parzialmente slegati dal materiale originario, e tornare a Fleming. Per quanto possibile, ovviamente, perché i romanzi e racconti di Bond vengono pubblicati in un periodo che va dal 1953 al 1966. Comincia così questa operazione assurda (parola che ripeteremo spesso in questo articolo), ma chiarissima e portata avanti con una volontà d’acciaio: riportare in vita un personaggio calandolo nel ventunesimo secolo, usando come base di partenza romanzi vecchi di 50 o 60 anni e ai quali si cerca di rimanere il più fedeli possibile (o di modificarne elementi in senso moderno), riuscendo qualche volta a riprendere o aggiornare intere sequenze, frasi, personaggi. Un’impresa folle. Che personalmente a chi scrive, piace moltissimo.

E a che punto siamo dell’operazione?
Casinò Royale cerca di spiegare il metodo. Infatti per farlo, si fa una cosa che poi non viene ripetuta: SI ADATTA un romanzo. Scusate, IL romanzo. Quel Casinò Royale che nel 1953 diede inizio a tutto. Si adatta davvero. E quindi ovviamente ci si reinventa tutto, visto che Casinò Royale è composto forse da cinque-sei scene in tutto, e la parti di intrigo, azione e spionaggio ne occupano una parte assolutamente irrisoria. Il doppio binario è stabilito qui: realismo (anche nell’azione), riferimenti alla realtà contemporanea, recuperare il più possibile Fleming originario.
Quantum of Solace: un errore. E vedendo Spectre, gli autori lo fanno capire anche chiaramente.
Skyfall: un capolavoro. Il più grande incasso Bondiano di tutti i tempi, in cui la decostruzione del mito originario e l’approfondimento psicologico dei personaggi viene portato ai massimi livelli… per poi riportarci alla situazione che era già data nella “precedente” serializzazione: M, Moneypenny, Q. Diversi, più umani, moderni, ma sempre gli stessi. Come dire: “Possiamo smontare il personaggio, portarlo fino ai suoi limiti, ma per mantenerne l’identità, si deve sempre tornare da dove si è partiti”.
Spectre (finalmente, lo so che mi odiate): il giocattolo è stato ricostruito. Il nostro percorso doppio continua, ma si torna a fare il Bond classico. E con questo intendiamo il Bond cinematografico. Ovviamente, mantenendo i nuovi parametri di realismo e di recupero del materiale originario di Fleming. Come si è detto prima: operazione da pazzi, ma commovente.
Che si sia alle origini anche cinematografiche è chiaro dalla quantità di battute disseminate per il film (finalmente è tornata l’ironia). Tutto per raccontare la storia della più pericolosa e ramificata organizzazione segreta (“Hail, Hydra!” Scusate, i tentacoli). Per raccontare di un nuovo amore di Bond. Per mostrare azione a livelli mai visti e con un dispiego di mezzi spaventoso.
Quindi tutto bene? Sì e no. L’azione è spettacolare, quasi ogni linea di dialogo è di una ricercatezza quasi irritante da quanto è perfetta (qualche banalità scappa sempre), ma per mantenere un’idea realistica a tutti i costi (vi ricordate “la coerenza” di cui sopra?) ci si concentra non su una minaccia stile anni ’60, ma su una minaccia concreta e “moderna” (informatica, esatto), purtroppo PER NIENTE spettacolare.
A costo di far durare molto il film.
A costo di rendere il film noioso.
E la minaccia “non visiva” crea la necessità di un “redde rationem” INDIVIDUALE col nemico nel finale. Insomma, questo prendersi tutto il tempo del mondo per risolvere OGNI snodo narrativo e relazionale tra i personaggi, se non siete cinefili o bondiani, è oggettivamente pesante.
Se invece si è Bondiani veri e non dell’ultim’ora, è una festa.
Perché quando c’è UNA BASE SEGRETA IN UN VULCANO, noi sappiamo che va tutto bene. Quando vediamo un persiano Chinchillà con gli occhi azzurri, ci scappa perfino da ridere. A differenza di Quantum of Solace, gli “Easter Egg” per il bondiano DOC sono talmente tanti e talmente ben integrati che ci si può anche commuovere un po’.
Come si diceva prima, il percorso è segnato: non solo il giocattolo è stato ricostruito in una forma il più simile possibile all’originaria, si va verso la serialità pura.
Perché il cattivo è ancora vivo (anzi, ha la cicatrice al posto giusto, come da canone), Bond è “sposato” (il personaggio di Madeleine Swann interpretato dalla Seydoux non è Tracy Bond, certo, ma una Bond girl che non muore…), il finale è aperto.
Se vogliamo l’unico tradimento del personaggio di 007 è proprio il risparmiare Blofeld: questo non è davvero coerente col personaggio, ma appunto “serviva” a preparare il terreno (anche emotivamente) per il prossimo Bond, che chiaramente – se Craig resta a bordo – sarà un remake di “On Her Majesty’s Secret Service” e rappresenterà (rappresenterebbe, visto che Craig ha detto che non farà più film di Bond) il finale della versione del personaggio interpretato da Craig.

Siete ancora qui? Incredibile.
E allora parliamo di Sam Mendes. Un regista che capisce con che materiale sta trattando, capisce in che momento si trovi il blockbuster movie del ventunesimo secolo, cioè nel mondo della computer grafica, e di (pre)potenza, lo riporta al girato dal vivo.
Dallo spettacolare piano sequenza iniziale, all’incredibile scena di massa in Città del Messico, alla scena in elicottero, agli inseguimenti in auto per Roma, all’inseguimento aeroplano/auto, è, perdonateci l’espressione, “tutto vero”.
E anche quando non si fa azione, Mendes ignora il concetto di “inquadratura di passaggio”.
Anche se dura un secondo, ogni punto macchina deve essere un capolavoro.
E quindi compone immagini complesse, per lo più simmetriche, sia che ci troviamo in un interno, sia che decida di fare un landscape shot tra i ghiacci o nel deserto.
Lo sforzo disumano di Mendes di rendere tutto “vero”, di riportare la regia a riprendere il vero, così come la saga viene riportata definitivamente alle sue origini cercando di mantenere un realismo di fondo, è incredibile, e probabilmente anche troppo raffinato. Ovvero: chi scrive, si commuove di fronte a questa operazione GIGANTESCA e INSENSATA. Ma si chiede anche cosa possa fregare di tutto ciò al pubblico, che non si cura certo di questi dettagli.

Anche perché questa impresa davvero eroica di Mendes ha delle implicazioni economiche piuttosto importanti. Non ci sono dati certi, ma pare che il budget di produzione di questo 007 sia di 300 milioni di dollari, con un break even a 650 milioni di dollari.
Considerato che SPECTRE non è un film perfettamente riuscito e il weekend della sua prima uscita internazionale inizia ufficialmente stasera, venerdì 6 novembre 2015, è proprio il caso di dirlo: bentornato, James, ma fai molta attenzione. Tu e i tuoi autori avete scelto una strada difficile.

GRADIMENTO :A: 80%
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Brevemente in sala.

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spectre007: SPECTRE di Sam Mendes

. Dopo quel bellissimo film che e’ stato Skyfall, aiutato nel successo anche dall’omonima canzone di Adele, ecco arrivare Spectre, ultimo capitolo con Craig nei panni di Bond,  sempre diretto da Sam Mendes. E da quel che si dice in giro qua siamo in territori molto piu’ “bondiani”,  mentre quel contraddistingueva Skyfall  era il fatto di raccontare una storia molto personale ed intima  piuttosto che la solita lotta contro il supercriminale o la megaorganizzazione. Essendo rientrati appunto in territori piu’ “tradizionali” il mio interesse e’ diminuito parecchio, visto che come gia’  detto per Skyfall non sono un grande fan di Bond,  e Craig non e’ sicuramente una delle sue incarnazioni che preferisco. Diciamo che si puo’ vedere, ma non e’ strettamente necessario farlo al cinema. ATTESA KUSA 60%Siamo alla fine di un percorso iniziato con Casino Royale, un nuovo ciclo di film “bondiani”, che hanno avuto in Daniel Craig un inaspettato e sorprendente protagonista, iniziati con un avvicinamento inedito al materiale letterario originale fno all’intima esplorazione dell’uomo dietro la sigla 007. Tanta attesa per questo Spectre nonostante i contenuti entusiasmi. ATTESA WELTALL 80%.

45years45 Anni di Andrew Haigh

. Tom Courtenay e Charlotte Rampling, entrambi premiati con l’Orso d’argento al festival di Berlino per la loro interpretazione, sono una coppia alle soglie del 45esimo anniversario di matrimonio. La notizia  del ritrovamento del cadavere della prima fidanzata di lui, scomparsa in un crepaccio di montagna 50anni prima, da il via ad una crisi coniugale. Malgrado sia il film inglese della settimana, la crisi coniugale di una coppia attempata non e’ il mio ideale di passatempo al cinema., quindi… ATTESA KUSA 0%Ma no dai, questa settimana c’è James Bond! Gli anziani in crisi ce li teniamo per la prossima volta (con tutto il dovuto rispetto per gli attori che li interpretano, eh) ATTESA WELTALL 0%.

alaskaALASKA di Claudio Cupellini

. Una ragazzo italiano e una ragazza francese si incontrano a Parigi. Nasce un rapporto d’amore contrastato, tra l’entusiamo esuberante di lui e la riservatezza di lei. Io mi limito all’indifferenza. ATTESA KUSA 0%Una storia d’amore contrastato è proprio quello di cui ho bisogno. ATTESA WELTALL 0%.

freeheldFREEHELD di Peter Sollett

. Mentre in Italia prosegue  l’eterno dibattito sui diritti delle coppie di fatto, che probabilmente non avra’ MAI fine, arriva un film che affronta la spinosa tematica del sacrosanto diritto  di due persone dello stesso sesso,  che vivono insieme e si amano,  ad essere trattati alla pari di tutte le coppie, sia moralmente che legalmente. La pellicola di Sollett racconta  la storia di due donne e della loro battaglia civile e legale per veder riconosciuto il diritto a ricevere la pensione di reversibilita’ alla (prossima) morte di una delle due, malata terminale. Interpretato da Julianne Moore e da Ellen Page,  recente protagonista  di un emozionante coming out durante una conferenza per i diritti del mondo LGBT, il film di Sollett ha certamente molti motivi d’interesse, tra cui due coprotagonisti come  Michael Shannon e Steve Carell. Il fatto pero’ che si parli di una malata terminale mi allontana un po’ dalla pellicola, che per me resta comunque la piu’ interessante della settimana. ATTESA KUSA 65%Che il film possa giocare un po’ troppo con i sentimenti dello spettatore è un rischio enorme che crediamo Freeheld non riuscirà ad evitare. Ma che sia sacrosanto affrontare le tematiche che la pellicola vuole trattare, quello è tutto un altro discorso. E poi ci piacciono molto tutti gli attori coinvolti. ATTESA WELTALL 60%.

malala_ukMALALA di Davis Guggenheim

. Documentario su una ragazza pakistana attaccata dai talebani per aver parlato in favore del diritto delle donne a un istruzione, e assurta a simbolo nei media di tutto il mondo. Interessante ma recuperabilissimo in altra sede. ATTESA KUSA 40%Completamente d’accordo con il mio collega, l’interesse c’è ma la sede più appropriata non credo sia la sala. Almeno per me. ATTESA WELTALL 40%.

rockthekasbahROCK THE KASBAH di Barry Levinson

. Barry Levinson, regista noto negli anni ’90 per film come Rain Man, Sleepers e Sesso & Potere, torna con una pellicola con protagonista Billy Murray nei panni di un produttore musicale che si ritrova senza soldi e passaporto nell’Afghanistan occupato dagli americani. La sua fortuna gira quando scopre in una giovane teenager un nuovo talento canoro da lanciare sul mercato, pero’ se la dovra’ vedere con i forti pregiudizi culturali del paese nei confronti delle donne. Oltre a Murray, anche Bruce Willis, Kate Hudson e Zoey Deschanel in questa bizzarra commedia, che potrebbe anche non esser male. Mah… ATTESA KUSA 40%Un po’ ci credo. Sia per Barry Levinson che per Bill Murray che da queste parti si stima e si apprezza sempre e comunque. ATTESA WELTALL 60%.

ipeanutsSNOOPY & FRIENDS –  IL FILM DEI PEANUTS di Steve Martino

. Ma dico, c’era proprio bisogno di cambiare il titolo? Perche’,  da noi un film d’animazione che si intitolava Peanuts con sopra il faccione di Charlie Brown e il nasone di Snoopy cosa si pensava che fosse? Vabbe’ …. Terminato lo sfogo, diciamo che Charlie Brown & C. sono stati il fumetto che in gioventu’  ho letto di piu’ insieme a Topolino e la Marvel,  ma questo non mi spingera’ certo ad entrare in sala a vederne la versione 3D, anche perche’ neanche i precedenti film d’animazione con i piccoli eroi creati da Charles Schulz mi avevano particolarmente appassionato. ATTESA KUSA 30%Che dire, non credo molto a queste operazioni che puntano a rinverdire (o ringiovanire) personaggi classici grazie alle moderne tecniche d’animazione. Anche perchè basta prendere qualche raccolta delle classiche strisce di Schultz per capire quanto poco bisogno ci sia di mettere mano ai suoi Peanuts. ATTESA WELTALL 0% . . .