Trieste, 11 mag – Nella riunione odierna di apertura del tavolo
contrattuale per il rinnovo del comparto unico del pubblico
impiego regionale e locale, la delegazione trattante ha formulato
una prima proposta avente ad oggetto gli incrementi contrattuali
riferiti al triennio 2016/2018 nei termini che seguono:
incremento annuale dello 0,4 per cento per arrivare a regime ad
un incremento complessivo dell’1,2 per cento, il triplo di quanto
previsto per gli altri dipendenti pubblici a livello nazionale.
Tale proposta si discosta infatti dagli incrementi che a livello
nazionale sono stati inseriti nell’ambito della legge di
stabilità per le amministrazioni statali, pari allo 0,4 per cento
complessivo per il medesimo triennio, e ciò nella considerazione
che comunque la specialità della Regione consenta un limitato
margine di manovra, proprio alla luce dell’esistenza di un
comparto autonomo.
Ciò tuttavia, fa notare l’assessore regionale al Comparto unico
Paolo Panontin, non può essere interpretato come discrezionalità
piena, tenuto conto che le regole ad oggi seguite per i rinnovi
contrattuali, così come definite nell’accordo sul costo del
lavoro, hanno come punto di riferimento quantomeno il recupero
del l’inflazione programmata, salvo compensazione nel triennio
successivo, qualora questa risulti inferiore rispetto a quanto
certificato dal Def (Documento di Economia e Finanza) e dal nuovo
indice di inflazione programmata dei prezzi al consumo (Ipca) che
a fine maggio dovrebbe essere pubblicato sul sito Istat.
Nella consapevolezza che l’attuale situazione in cui versa il
pubblico impiego, che esce da un periodo di blocco forzato dei
rinnovi contrattuali che è stato introdotto dal decreto legge
78/2010, rappresenti un’anomalia rispetto alle ordinarie
procedure di rinnovo contrattuale, ciò non consente comunque di
muoversi in totale libertà, perché l’eventuale accordo
contrattuale dovrà essere vagliato anche dalla Corte dei Conti.
Del resto, aggiunge l’assessore, non vi è nessuna ragione
oggettiva per differenziare eccessivamente il trattamento
economico dei dipendenti degli enti locali di questa Regione, che
già godono di un trattamento di favore proprio in virtù della
disciplina del comparto regionale unico, rispetto ai loro
colleghi delle Regioni ordinarie. In tal senso si sono espressi i
tecnici ministeriali nei ripetuti incontri con il ministero
dell’Economia e delle Finanze.
Al tavolo di trattativa la delegazione trattante ha proposto alle
organizzazioni sindacali di aggiornare la seduta al prossimo
lunedì 16 maggio per consentire loro di valutare con calma la
proposta e ripresentarsi al tavolo con eventuali controproposte,
come normalmente accade nei tavoli sindacali, ed entrare nel
merito dei singoli istituti contrattuali. La scelta invece,
sottolinea l’assessore, è stata quella di rompere la trattativa e
confermare lo sciopero del 25 maggio e ciò in spregio di quanto
previsto dall’articolo 13 del contratto.
“Non vorremmo che la pervicace volontà di interrompere
bruscamente una trattativa appena avviata risponda all’esigenza
di portare il confronto su un piano diverso da quello delle
relazioni sindacali” sostiene il direttore generale della Regione
Roberto Finardi. “Anche perché l’iniziativa ha un carattere
regionale e non ha per ora un riscontro a livello nazionale dove
le prospettive economiche sono sicuramente inferiori a quelle
messe in campo dalla delegazione di parte pubblica regionale”.
ARC/RU/EP
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