Trieste, 3 ago – Verso il Comune di Dolegna del Collio, in
provincia di Gorizia, non c’è stata nessuna penalizzazione. Lo
evidenzia l’assessore alle Autonomie locali del Friuli Venezia
Giulia, Paolo Panontin, precisando che non trovano riscontro nei
numeri e nelle leggi le dichiarazioni del sindaco Diego De
Bernardis, secondo il quale ci sarebbe stata, da parte
dell’Amministrazione regionale, una notevole decurtazione di
fondi e allo stesso tempo l’imposizione a non attingere dalle
risorse del risparmio di bilancio.
“Per ciò che attiene alle possibilità di utilizzo dell’avanzo –
spiega l’assessore – le regole sono determinate dallo Stato ai
sensi dell’articolo 81 della Costituzione e quindi non possono
essere derogate dalla Regione”. Sulla diminuzione dei fondi,
invece, il dato reale è ben più esiguo rispetto ai 70mila euro
manifestati dal sindaco.
“Nell’anno 2016 – sottolinea Panontin – il Comune ha ricevuto
un’assegnazione complessiva, a titolo di fondo ordinario, di
371.623,25 euro comprensiva di assegnazioni straordinarie non
strutturali, mentre per il 2017 poteva attendersi, quale
trasferimento ordinario di parte corrente complessivo, 313.135,75
euro. Pertanto, visto che nel 2017 all’Amministrazione di Dolegna
del Collio sono stati concessi 300.318,14 euro, è evidente che la
lamentata decurtazione di oltre 70mila euro derivi dal mero
confronto tra assegnazione 2016 e 2017”. Un paragone, quindi, che
non tiene conto del mutato contesto dei criteri di assegnazione
dei fondi.
“Già dagli stanziamenti per il 2017 presenti nella legge di
stabilità per il 2016 era evidente la diminuzione della quota
ordinaria, distribuita secondo il criterio storico, a favore
della quota di perequazione che passava da 28 a 100 milioni”,
prosegue Panontin.
“Dolegna del Collio, quindi, è uno di quei Comuni che era
avvantaggiato dalla distribuzione dei fondi secondo il criterio
storico, posto che la dinamica della popolazione dagli Anni 70
del secolo scorso, epoca di redazione dei criteri storici,
rispecchi un considerevole calo del numero degli abitanti.
Risulta pertanto evidente che l’abbandono graduale del criterio
storico a vantaggio dei meccanismi perequativi è destinato a dare
al Comune le risorse in base alla reale popolazione residente”.
Nessun taglio ingiustificato dunque, tanto più se si considera
che “la reale decurtazione che il Comune ha subito rispetto a
quanto previsto già nel 2016 per il 2017 risulta essere di poco
superiore al 3,6 per cento”.
ARC/PV/fc
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