Concerto Vasco: Steve, il fan friulano in tenda da un mese davanti ai cancelli

Concerto Vasco: Steve, il fan friulano in tenda da un mese davanti ai cancelli

vasco rossi (1)

 

Steve ha 27 anni, arriva da San Giovanni di Casarsa, Pordenone, è un neolaureato in giurisprudenza e si fregia del titolo di fan n.1, il primo ad essere arrivato a Modena un mese fa. “Sono qui dal 29 maggio – racconta orgoglioso, dal suo accampamento all’inizio della fila di uno degli 8 cancelli principali d’ingresso -, non erano neanche ancora iniziati i lavori per montare il palco. E non c’era nessuno. Solo io!”. Un mese “allo sbando”, lo definisce, “tra tenda, notti in macchina, asciugamani stesi in terra, bagni di fortuna”, che gli è costato circa mille euro. Una “fatica” che sarà ripagata dal fatto di essere in prima fila per un “concerto unico”. Un primo assaggio ieri sera, al sound check “con Vasco che non ha fatto una prova, ma tutto il concerto! Tre ore e mezzo.”

 

Modena, stasera il concerto record di Vasco Rossi. Alla vigilia dell’evento che celebra i 40 anni di carriera del Blasco, sembra una città fantasma. Per le vie del centro gira poca gente e i residenti, almeno quelli che hanno potuto, se ne sono andati al mare o in collina. A brulicare di vita, sono invece le aree vicino agli ingressi principali del Modena Park, dove sono accampati i fan in attesa e dove gli addetti ai lavori sono impegnati negli ultimi ritocchi per un concerto che entrerà di diritto nella storia della musica. In molti sono arrivati da giorni per le prove generali, ma alcuni sono qui da settimane. Come Steve da Pordenone, che si vanta di essere stato il primo a mettere piede a Modena: il 29 maggio scorso, un mese “allo sbando”.

Ci sono Emanuele e Marco, cugini sbarcati dalla Sardegna, da due settimane a presidiare il loro posto con tanto di sediolina da campeggio e sacco a pelo in terra per scacciare un pisolino nei momenti di noia. Alessandra, invece, è venuta in macchina da Torino sette giorni fa: per i primi giorni a farle compagnia anche la figlia di 9 anni, “era emozionatissima, ma ora è tornata a casa”. E poi Mario, da Firenze, che sul furgone lasciato all’uscita di Modena Sud ha caricato il motorino per raggiungere comodamente il parco Ferrari; Claudia da Roma, Ale, Stefano, Andrea, Giulia. Gli accenti di tutta Italia si sovrappongono e si confondono uno con l’altro. Amici di concerto che si ritrovano puntuali ad ogni chiamata alle armi del Komandante, amici di fila da appena 5 minuti ai quali tenere il posto mentre si va in bagno o a prendere un caffè. Qualcuno ha dormito in macchina, quasi tutti hanno la tenda montata su una collinetta vicino (“ma ce l’hanno fatta spostare almeno tre volte”, racconta qualcuno).

I poliziotti hanno provato a cacciarli un paio di volte, poi hanno dovuto cedere. Hanno usato i bagni del McDonald’s lì accanto, quelli di un campeggio nei dintorni, i più fortunati hanno trovato ospitalità a casa di qualche amico. Quelli arrivati stamattina si sono portati solo un telo “per dormire un po’ stanotte fuori o dentro il parco” e poi ripartire subito, domenica notte, a fine concerto. Hanno gli occhi che brillano per l’emozione, la consapevolezza di prendere parte a un concerto unico. La paura, invece, quella no. L’hanno lasciata a casa. Le imponenti misure di sicurezza che sono state predisposte non li scoraggiano. Già, la sicurezza. Dopo Manchester, dopo Torino, senza dimenticare Londra e Parigi, è diventata la preoccupazione principale. Decine gli agenti di polizia intorno al parco, centinaia gli addetti alla sicurezza che controllano gli ingressi. Impossibile entrare nell’area del concerto senza un pass, che però non evita comunque il controllo al metal detector.

Per permettere l’accesso ai 220 mila, i varchi sono stati aperti già ieri sera alle 21:15, ed il ventiduenne Emanuele Zappa di Domodossola è stato il primo dei 220 mila fan ad entrare. I varchi sono otto, due per ogni angolo del perimetro, con telecamere per il riconoscimento facciale, poi il filtro con i metal detector e infine l’ingresso vero e proprio nell’area dei tre pit recintati. Le autorità hanno richiesto vie di accesso riservate e così, tra un pit e l’altro, ci sono 6 metri liberi. Le vie di fuga permetteranno un deflusso veloce. Chi non è riuscito a procurarsi un biglietto, potrà consolarsi con lo speciale di Rai1 condotto da Paolo Bonolis in diretta dal Modena Park o godendosi lo show integrale in uno dei circa 150 cinema che trasmettono l’evento.