Confartigianato Udine: San Giuseppe, consegnate 35 benemerenze 35 benemerenze

Confartigianato Udine: San Giuseppe, consegnate 35 benemerenze 35 benemerenze

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“La voglia di fare e fare bene è ancora nel nostro Dna e l’unica strada possibile oggi è quella di stringere i denti e guardare avanti con rinnovata tenacia”. Così Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato-imprese Udine, ha salutato la folta platea riunita stamattina al teatro Garzoni di Tricesimo per la tradizionale consegna delle benemerenze agli artigiani in occasione del loro patrono, San Giuseppe. Sul palco – orchestrati dai presentatori Claudio Moretti e Bettina Carniato – sono saliti in 50, a rappresentare 35 attività impegnate nei più vari settori dell’universo artigiano. “Una sfilata di portatori di talento” per dirla con il vicepresidente della Regione Fvg, Sergio Bolzonello che ha fatto eco all’orgoglio confessato, con emozione, in apertura dal presidente Tilatti: “Siete un bellissimo esempio di impegno, serietà, spirito di sacrificio, capacità di aprirsi al nuovo e agli altri”. Lo ha detto il leader degli artigiani friulani salutando i nuovi benemeriti poco prima di consegnare a ognuno – affiancato dai dirigenti delle varie zone – gli attestati. Cornici destinate a far bella mostra di sé nelle tante sedi d’impresa, a certificare l’orgoglio di sentirsi parte di una grande e affiatata famiglia. Cosciente del proprio valore ma anche del caro prezzo pagato alla crisi e a un sistema paese troppo spesso ingeneroso proprio verso le piccole e piccolissime imprese.
Preceduto dal saluto del sindaco Andrea Mansutti e a un’emozionata presidente della zona di Udine, Eva Seminara, salito sul palco Tilatti non ha potuto nascondere una certa amarezza. Denunciata sollevando una serie di pesanti interrogativi. “Possiamo continuare a formare i nostri ragazzi per poi mandarli a lavorare all’estero? Possiamo continuare a parlare di diritti acquisiti per pensioni d’oro da 95 mila euro al mese che non corrispondono ai versamenti effettivi? Questi non sono diritti, ma privilegi non sostenibili”. “L’Italia – ha aggiunto – ha bisogno di riforme condivise e in linea con i tempi, riforme che ci liberino dall’abbraccio mortale della burocrazia, che ridiano dignità al lavoro, nel rispetto dei dipendenti ma anche degli imprenditori e delle loro famiglie. Non possiamo fallire per mancati o ritardati pagamenti. Non possiamo accettare che imprenditori, quelli seri, si tolgano la vita per liberare la famiglia dalla morsa dei debiti. Le imprese artigiane esistono e chiedono una legge a tutela del diritto di essere imprenditore, simile allo statuto dei lavoratori”. “Vogliamo una buona politica” ha aggiunto Tilatti guardando al panorama nazionale per rivolgere invece un plauso alla politica regionale che ci è stata vicina”. Anche stamattina. Rimasto per tutta la cerimonia, Sergio Bolzonello ha salutato infatti con affetto e stima gli artigiani rivendicando il buon lavoro fatto fin qui. “Abbiamo lavorato gomito a gomito per dare risposte che al di là degli slogan sono risultati misurabili. Due su tutti. Nel 2013 ha ricevuto il Cata con un finanziamento di 1 milione di euro, oggi lo lascio con 4,4 milioni e un programma condiviso. Quindi i Confidi: nella scorsa legislatura l’importo messo a disposizione dei Confidi era zero, oggi sfiora i 20 milioni”. Ha quindi guardato il futuro il titolare della attività produttive in seno alla giunta Serracchiani. “Dobbiamo accompagnare le imprese nel mondo dell’innovazione. Abbiamo aperto bandi per 70 milioni di euro, arriveremo con il programma Por-Fesr a 270 milioni di euro. Approfittatene. Il denaro in questo momento c’è e va colto. Noi – ha concluso il vicepresidente – faremo di tutto per snellire le procedure. Siamo passati in questi ultimi bandi da 180 giorni a 90 giorni dal momento in cui si presenta la domanda a quello in cui si ricevono le risorse. Ora puntiamo a 60, anche con il supporto delle Cciaa”, come quella di Udine, oggi rappresentata da Rosanna Clocchiatti, che a sua volta ha reso omaggio alla tenacia e alla capacità degli artigiani.
Quindi i voucher. Immancabile, vista la cronaca di questi giorni, un cenno alla scelta del Governo di dare un colpo di spugna di “buoni lavoro”. “Si può sacrificare la democrazia per paura della risposta referendaria? – ha chiesto ancora il leader di Confartigianato -. Noi crediamo di no. E crediamo che il popolo italiano avrebbe scelto il lavoro non la demagogia”. Anche il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, ha sparato contro il Governo. Ricordando i natali dei voucher, “strumenti nati grazie al mio gruppo parlamentare, in tempi in cui Gdf faceva
retate nei vigneti, anche qui in Friuli. Speriamo che il Parlamento li reintroduca”.

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