Consiglio provinciale: odg contro il patrocinio dell’Ateneo al Fvg Pride

Consiglio provinciale: odg contro il patrocinio dell’Ateneo al Fvg Pride

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Con 19 voti favorevoli e 9 contrari, il Consiglio provinciale di Udine nella seduta odierna ha approvato un ordine del giorno in cui “si esprime dissenso alla concessione del patrocinio da parte dell’Università di Udine al Fvg Pride, essendo l’ateneo, sede di ricerca scientifica, di alta formazione e luogo di confronto e di dibattito culturale”.

A favore dell’ateneo,  si sono espressi

Rita Maffei (“il Pride non è soltanto la giornata del 10 giugno ma un’iniziativa di vasta portata, un momento di approfondimento su un tema che riguarda la nostra società. Corretto e da rispettare il patrocinio dell’Università di Udine”)

Alberto Soramel  (“L’Università analizza i cambiamenti della società, in quanto ente di ricerca laico, le motivazioni per il patrocinio sono insindacabili”),

Andrea Simone Lerussi (“Ci battiamo spesso per l’autonomia dell’Università di Udine ma non possiamo pensare che sia buona o cattiva a seconda di quello che fa: è autonoma. La scelta del patrocinio è stata fatta dagli organi collegiali quali senato accademico e consiglio di amministrazione con motivazioni, quindi dall’ateneo nella sua autonomia”)

Fabrizio Dorbolò (“L’Università di Udine deve affrontare queste questioni”)

Daniela Corso (“Se sono stati fatti passi avanti nella conquista dei diritti civili da parte degli omosessuali, è grazie anche a questo tipo di movimenti, a questo pride”)

Arnaldo Scarabelli (“L’odg colpisce l’università e il suo rettore, un ateneo che ha una completa dignità”)

Luciano Cicogna ha colto la proposta del capogruppo Carlantoni del confronto con gli extracomunitari affermando che “scappano dalle loro terre e vengono qui proprio per imparare i diritti civili”.

La scelta dell’ateneo friulano è stata criticata dai consiglieri di maggioranza

Pietro Dri che ha illustrato il dispositivo (“la manifestazione è monotematica, non c’è un confronto attivo e pacato su argomenti complessi; anche gli eventi a corollario sono ideologicamente orientati e senza contraddittorio)

Mauro Bordin (“premettendo che chi discrimina in base all’orientamento sessuale è un ignorante, il patrocinio è inopportuno perché la sfilata finale assume un aspetto più folcloristico/esibizionista che di sostanza e distrae dai temi portanti”)

Renato Carlantoni (“questo è folclore, genera provocazione e allontanamento. Perché invece non proporre un confronto con gli ospiti della Cavarzerani sul tema dei diritti civili concessi dalla nostra società e negati, invece, dal mondo musulmano che non accetta i gay?”).

Rammarico per la decisione dell’Università da parte di Nino Bruno che sabato sarà in piazza per cogliere gli aspetti morali e culturali della manifestazione (“le esternazioni del Gay Pride sono deludenti, non mancano le gestualità volgari. Il Gay Pride rende diversi coloro che dicono e pretendono di non essere considerati diversi”)

Marzio Giau (“mi da fastidio istituzionalizzare qualsiasi tipo di manifestazione; di diritti, gli omossessuali, ne hanno più degli altri”)

Eros Cisilino (“non capisco per quale motivo si ostenti una difesa di qualcosa che non percepisco come diversa” ).