Il Gip non ha ritenuto valide le ipotesi di reato per omicidio volontario e per furto aggravato in alternativa alla rapina, che dunque cadono
Un approccio sessuale non gradito che avrebbe fatto scattare nelle ragazzine una reazione che ha portato alla morte di Mirco Sacher. Ma le adolescenti non avevano intenzione di uccidere. Sarebbe questa la ragione che ha spinto gli inquirenti a ipotizzare l’omicidio preterintenzionale
“Il pubblico ministero chiederà che venga effettuato l’esame del Dna” su alcuni reperti, richiesta “che posso già annunciare che la mia assistita accoglierà”. Lo ha anticipato l’avvocato Federica Tozel, che assiste una delle due quindicenni, all’uscita dalla struttura protetta dove si trovano le ragazze e dove si è svolta l’udienza di convalida. La legale ha spiegato che “le ragazze andranno in due comunità distinte”
Ci sarebbe una macchia di sangue sulla canottiera di Mirco Sacher. La canottiera, come tutti i vestiti e ulteriori elementi trovati sulla scena del delitto, sono stati repertati. Probabilmente verrà inviata alla polizia scientifica per gli accertamenti del caso. A prima vista, però, pare che la macchia sia da trascinamento di sangue e non da gocciolamento. Difficile, dunque, secondo fonti inquirenti, che si tratti di sostanza ematica della stessa vittima, magari provocata dal graffio, probabilmente dei rovi, rinvenuto sulla guancia. Potrebbe trattarsi invece di sangue di qualcuno che potrebbe aver toccato il corpo, come le due ragazzine, che a loro volta avrebbero riportato dei graffi a mani e avambracci. L’elemento potrebbe aiutare a chiarire ancor più la dinamica dell’uccisione dell’uomo. La posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere ben potrebbe attagliarsi a un’ipotesi di messa in scena successiva. Poco consono con lo scenario sarebbe, secondo quanto ritengono le stesse fonti, la camicia completamente aperta. Difficile pensare che un violentatore, in luogo aperto, si sbottoni la camicia prima di aggredire le vittime, così come strano appare il fatto che la canottiera sia leggermente sollevata e la cintura e la cerniera dei pantaloni aperte, con l’intimo leggermente abbassato, solo nella parte anteriore. La circostanza si spiegherebbe più facilmente come un intervento successivo alla morte o, comunque, quando il corpo era già a terra, in posizione supina.
“Pur dando per certo che la colluttazione sia scaturita da un approccio sessuale dell’uomo non voluto dalle ragazze e da una insistenza della vittima volta a perpetrare violenza sessuale nei loro confronti, risulta che esse ben avrebbero potuto sottrarsi all’uomo e alla sua presa“. Lo scrive il Gip Laura Raddino nell’ordinanza di convalida emessa oggi al termine dell’udienza. Secondo il magistrato, le due ragazzine avrebbero potuto fuggire, “non solo perché si trovavano in un’area aperta e libera per la fuga, peraltro ben visibile, in pieno giorno e frequentata da vari utenti e perché pertanto avrebbero anche potuto chiedere aiuto, ma anche perché esse erano in due ben più agili del Sacher”. Il giudice ritiene che tutti questi elementi non consentano “di configurare allo stato nemmeno sotto il profilo putativo o dell’eccesso colposo, lo stato di legittima difesa”.
Nel disporre la custodia in comunità protette, il Gip Laura Raddino ha ritenuto plausibile il pericolo di fuga delle due ragazzine arrestate per l’uccisione di Mirco Sacher. “Sebbene esse si siano presentate spontaneamente ai carabinieri a riferire il fatto – afferma l’ordinanza di convalida – ciò risulta essere avvenuto solo dopo un allontanamento articolato e durato dalle ore 15 circa fino a notte inoltrata, in cui entrambe hanno manifestato iniziative e abilità notevoli (fino ai limiti dell’inverosimiglianza e salvi gli esiti delle indagini in corso)”. Il giudice ha convalidato il fermo delle ragazze ritenendo vi fosse “il concreto rischio che esse si allontanassero ed efficacemente, di nuovo, con conseguenze anche in ordine alla praticabilità di eventuali valutazioni e decisioni da effettuarsi nell’immediato, in ordine all’esistenza di altre e diverse esigenze cautelari”.