Udine, 11 mag – “Un rapporto fruttuoso, quello fra la Regione e
le Cooperative, che ha portato a risultati concreti importanti,
come la collaborazione sull’Ospizio marino di Grado e la Doc
Friuli, quest’ultima attesa da decenni e che è riuscita a
prendere vita superando le tendenze individualistiche del
settore. D’altro canto, però, non bisogna dimenticare gli esempi
negativi delle Coop Carniche e di quelle Operaie e da questi
trarre spunto per attuare un cambiamento: in questo senso la
priorità deve essere quella di nuove regole sulla vigilanza,
affinché ci sia chiarezza sulle responsabilità e sui controlli”.
Questo il concetto espresso dalla presidente della Regione Friuli
Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nel corso del convegno di
Confcooperative Fvg intitolato “Un nuovo paradigma per le
politiche sociali. Politiche attive del lavoro, welfare aziendale
e servizi di prossimità” organizzato in occasione della
presentazione del rapporto annuale del 2016.
La presidente ha sottolineato l’importanza dell’azione di
razionalizzazione e di semplificazione compiuta
dall’Amministrazione regionale in materia di cooperazione,
convogliando in un unico assessorato, quello del vicepresidente
Sergio Bolzonello, tutte le competenze che riguardano il settore.
Sul tema del convegno Serracchiani ha inteso mettere in luce
l’attività della Regione che, con l’Agenzia per il Lavoro e i
Centri per l’impiego a presidio del territorio, è riuscita a
conseguire risultati importanti sull’occupazione. Un esempio su
tutti il 90 per cento dei lavoratori e delle lavoratrici delle
Coop Carniche riassorbite nel mercato del lavoro. C’è poi anche
la formazione e le successive assunzioni che hanno visto
protagonista il vasto mondo dell’indotto di Fincantieri, un altro
modello di incrocio fra domanda e offerta e di interazione fra
pubblico e privato.
La presidente ha voluto rivolgere poi un appello ai vertici di
Confcooperative improntato alla necessità di trovare al proprio
interno le forze per attuare quei cambiamenti richiesti dalla
contemporaneità che altrimenti “verrebbero imposti dall’esterno”
e in quest’ottica “dare fiducia ai giovani, senza avere il timore
di conferire loro dei ruoli di responsabilità”.
Serracchiani ha infine espresso un rammarico per l’esito della
riforma del credito cooperativo che rischia di produrre una
frammentazione del sistema con la conseguenza di indebolire
l’economia dei territori.
Da parte sua il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio
Gardini, sul tema delle responsabilità e dei controlli, ha
riaffermato il principio in base al quale i cattivi
amministratori non vanno difesi, ma allontanati.
Confcooperative Fvg, come ha ricordato il suo presidente Giuseppe
Graffi Brunoro, conta in regione 124.380 soci, 20.751 addetti e
un fatturato complessivo di 998 milioni di euro mentre sono 6,6 i
miliardi frutto della raccolta diretta della Bcc. Le cooperative
associate sono 635 la cui distribuzione per settori vede il
primato di quelle sociali e quelle dedicate alla produzione
(entrambe il 27 per cento) davanti alle agricole (22 per cento).
Oltre alla presidente Serracchiani erano presenti anche il
vicepresidente del Consiglio regionale Paride Cargnelutti e i
consiglieri regionali Diego Moretti, Alessandro Colautti,
Vincenzo Martines, Pietro Paviotti, Elena Bianchi e Giovanni
Barillari.
ARC/GG
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