Il coronavirus – ormai lo abbiamo imparato – è purtroppo molto ‘democratico’: infetta chiunque, giovane o vecchio, ma colpisce maggiormente gli uomini e di età più avanzata, che hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi gravemente e morire rispetto alle donne della stessa età. Per questo la ricerca sta indagando molto questo aspetto, e ora uno studio, pubblicato su ‘Nature’, il primo ad esaminare la risposta immunitaria in base al sesso, ha fornito un indizio: gli uomini producono una risposta immunitaria al virus più debole rispetto alle donne.
Le donne hanno risposte immunitarie più veloci e più forti, forse perché i loro corpi sono ‘attrezzati’ per combattere gli agenti patogeni che minacciano i bambini in grembo o neonati. Anche se nel tempo, un sistema immunitario in uno stato di allerta costante può essere dannoso. Lo studio si è concentrato in particolare sulle differenze di sesso nelle cariche virali, sui titoli anticorpali specifici per Sars-CoV-2, citochine plasmatiche e fenotipizzazione delle cellule del sangue nei pazienti Covid.
I risultati hanno rivelato che i pazienti maschi avevano livelli plasmatici più elevati di citochine immunitarie innate come IL-8 e IL-18 insieme a un’induzione più robusta di monociti non classici. Al contrario, le pazienti di sesso femminile hanno avuto un’attivazione delle cellule T significativamente più importante rispetto ai maschi durante l’infezione. Questi risultati – concludono gli autori – forniscono una base importante per lo sviluppo di un approccio basato sul sesso al trattamento e alla cura di uomini e donne con Covid-19.
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