La Regione Friuli Venezia Giulia sta valutando la possibilità, alla scadenza il primo marzo dell’attuale ordinanza per contrastare la diffusione del coronavirus, di non prorogare ulteriormente il provvedimento o, in alternativa, di farlo in una maniera meno restrittiva. La decisione finale, però, sarà presa soltanto prossimamente e sulla scorta dell’evoluzione della situazione e ovviamente dell’interlocuzione con il Ministero della Salute.
E’ “una decisione sulla quale stiamo ragionando – ha precisato il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi – non è una scelta unilaterale della Regione. Va presa con le altre Regioni e il Governo”. “Contiamo di prendere una decisione il prima possibile – ha aggiunto – e non all’ultimo momento perché la vita delle persone non può cambiare da un minuto all’altro”
Al momento il Friuli Venezia Giulia non registra casi positivi al coronavirus. (27 febbraio)
L’aggiornamento è stato dato al termine del Comitato operativo in collegamento con il Dipartimento nazionale di Protezione civile dal vicegovernatore con delega alla Salute. In Friuli Venezia Giulia sono stati effettuati finora 160 tamponi e i casi sotto osservazione sono una dozzina.
Nessuna decisione in merito alla riapertura delle scuole per lunedì è stata presa oggi, ma la posizione dell’Amministrazione regionale va nella direzione di una riduzione delle restrizioni dell’ordinanza, guardando con pragmatismo alla ricerca di un recupero della normalità, pur continuando a garantire attiva la macchina dell’emergenza del Servizio sanitario regionale.
In queste ore il Friuli Venezia Giulia sta cercando una convergenza su questo obiettivo, tenendo in considerazione le posizioni delle altre Regioni, e in particolare quella del vicino Veneto, cercando di raggiungere una scelta condivisa.
La Regione, è stato ribadito, è consapevole della necessità di comunicare con tempestività la decisione riguardante la riapertura delle scuole, per consentire alle famiglie di organizzarsi tempestivamente; ma è stato anche precisato che si tratta di un’ordinanza che andrà presa d’intesa con le Regioni su proposta del ministero della Salute. ARC/EP/al