Coronavirus, più insidioso di pandemia 2009: cruciale rallentarlo

Coronavirus, più insidioso di pandemia 2009: cruciale rallentarlo

L’ultima pandemia con cui abbiamo fatto i conti risale al 2009, con l’influenza A/H1N1, all’epoca nota come ‘la suina’. Ma perché questa volta è così importante rallentare il virus? “Perché sin qui si tratta di un patogeno poco noto, che ci espone a pericoli potenziali maggiori che non nel 2009”. A dirlo all’AdnKronos Salute è Enrico Bucci, adjunct professor in Systems Biology allo Sbarro Health Research Organization presso la Temple University di Filadelfia (Usa), autore insieme a Enzo Marinari del dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma di una recente analisi sulla situazione italiana pubblicata su ‘Cattiviscienziati.com’, blog destinato a smontare pseudoscienza e fake news.  

Il biologo cita “il rapporto della missione dell’Organizzazione mondiale della sanità nella Cina alle prese con il nuovo coronavirus: il virus che causa Covid-19, hanno scritto gli esperti Oms, ‘è un patogeno nuovo e altamente contagioso, che può diffondersi velocemente e deve essere considerato in grado di provocare un enorme impatto sanitario, economico, e sociale in ogni ambiente. Non è Sars e non è influenza'”. Chiudere tutte le scuole d’Italia sarà efficace a frenare il virus? “Lo studio che abbiamo realizzato – continua Bucci – è irrilevante a tal proposito, perché non serve a prevedere l’effetto delle misure di contenimento. Tuttavia per altri patogeni respiratori e influenzali esiste una certa evidenza che, in misura variabile, la chiusura delle scuole possa avere efficacia”, aggiunge l’esperto citando un pugno di corposi studi internazionali.  

“Proprio sulla scorta di studi come questi – prosegue Bucci – nel rapporto della missione Oms in Cina si invita a ‘pianificare scenari multisettoriali e simulazioni per l’adozione di misure ancora più stringenti per interrompere al bisogno le catene di trasmissione del virus, per esempio la sospensione di raduni su larga scala e la chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro'”. E mentre arrivano da varie regioni italiane notizie di pazienti diagnosticati in ospedale, per lo scienziato il nostro Servizio sanitario nazionale rischia soprattutto “la saturazione delle risorse”, principalmente in terapia intensiva e in emergenza. “Dopo aver disinvestito per anni – osserva – oggi ci troviamo in difficoltà di fronte ad un evento fuori dall’ordinario (improvviso afflusso di pazienti anche gravi)”.  

“Inoltre – aggiunge – a causa della scarsa preparazione per eventi di questo tipo, penso alla mancanza o carenza per esempio delle dotazioni di sicurezza. Il personale sanitario è particolarmente a rischio, come nel resto del mondo”. Insomma, conclude Bucci, “è davvero importante rallentare questo virus”.  

Fonte: Margherita Lopes – Adnkronos