“L’Italia non era del tutto impreparata a un’epidemia quando arrivarono i primi notiziari dalla Cina”. È quanto si legge nel rapporto ‘An unprecedented challenge – Italy’s first response to COVID-19’ a cura di un team di ricercatori della divisione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità, di cui si parla nella puntata di Report, che sostiene che lo studio è stato bloccato subito dopo la pubblicazione.
“Nel 2006, dopo la prima epidemia di sindrome respiratoria acuta grave (SARS), il ministero della Salute e le regioni – scrivono i ricercatori nel rapporto pubblicato sul sito – hanno approvato un piano di preparazione nazionale contro l’influenza pandemica e un piano di risposta, riconfermato nel 2017 , con linee guida per i piani regionali. Più recentemente, il virus H1N1 / 09 nel 2009 e il virus Ebola nel 2014 hanno richiamato l’attenzione sul rischio che tali fenomeni potrebbero presentare. Il piano nazionale di prevenzione 2014-2018, il quadro principale per la strategia la pianificazione e il finanziamento della sanità pubblica, pertanto, ha richiesto una maggiore preparazione alle pandemie”.
Il Rapporto si concentra sulla fase iniziale di diffusione dell’epidemia e gli stessi autori lo definiscono una “storia non finita”, nella quale si dà conto del fatto che “la prima risposta dell’Italia al Covid-19 è avvenuta nel momento di una sfida senza precedenti, ma il Paese ha reagito rapidamente”.
In particolare, il Rapporto riferisce delle capacità di risposta e delle criticità, dovute a un insieme di fattori: fa menzione del Piano pandemico riconfermato nel 2017 e del Piano di prevenzione nazionale 2014-2018, grazie ai quali, appunto, “l’Italia non era completamente impreparata”; rende conto delle misure via via adottate, a partire dal blocco dei voli con la Cina il 31 gennaio; illustra gli strumenti predisposti per prendere decisioni in tempo reale, con riferimento alla rete di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità: “La produzione di informazione strategica ha giocato un ruolo centrale per la definizione della risposta all’epidemia”.
Il rapporto analizza poi le differenze nelle risposte delle Regioni più colpite: per esempio, “il Veneto ha il doppio delle persone testate ogni mille abitanti rispetto alla Lombardia e da questo sono scaturite polemiche sia sui media che a livello politico”. E rende conto dei limiti della risposta iniziale all’epidemia: “impreparati a un simile afflusso di pazienti in condizioni severe, gli ospedali hanno avuto una reazione iniziale caotica, creativa, di improvvisazione”.
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