Pordenone, 21 ott – Una struttura che permetterà a un ancor
maggior numero di cittadini di sottoporsi volontariamente
all’esame del tampone per il rilevamento della positività al
Covid-19. Con un’attesa media di circa 20 minuti potranno essere
effettuati circa 200 test al giorno.
Così il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo
Riccardi, che ha partecipato oggi a Pordenone alla presentazione
del nuovo ‘drive in’ dei tamponi, realizzato con la
collaborazione tra la Regione, l’Azienda sanitaria Friuli
Occidentale e il Comune.
Come ha spiegato il vicegovernatore, “l’avvio di una struttura
dedicata, dopo quella realizzata in Fiera, è l’ennesima
dimostrazione che l’unica ricetta possibile per combattere la
pandemia, anche attraverso la prevenzione, è quella di saper fare
sistema, e mettere in rete tutte le energie possibili a supporto
della salute pubblica”.
“Una capacità, quella che emerge dallo spirito della solidarietà,
che è innata nella nostra gente, e si riconferma in ogni
emergenza. In questo contesto il sistema sanitario del Friuli
Venezia Giulia ha fatto, sta facendo, farà la sua parte. Lo
dimostra anche il numero dei tamponi che si effettuano ogni
giorno: passati da 200 giornalieri fino ai 4/6 mila attuali”.
“Saper fare sistema – ha detto – significa concentrare le energie
verso il massimo impegno dove è necessario, e Pordenone lo ha
dimostrato. Serve però ora compiere un ulteriore passo avanti,
anche alla luce della recrudescenza di una pandemia dalla quale,
nella prima fase, il Friuli Venezia Giulia si è saputo preservare
con un’efficacia dimostrata dalle cifre.
“Occorre ora – ha concluso – un piano straordinario per la messa
in campo di nuove, ulteriori risorse umane specializzate: servono
competenze, per poter assicurare assistenza sanitaria a tutti i
cittadini, a partire dal personale dei prelievi, fino agli
specialisti degli ospedali”.
“Serve inoltre anche la collaborazione piena e consapevole dei
medici di base: a loro spetta lo screening iniziale sulle
condizioni dei pazienti, per consentire alla rete ospedaliera di
concentrare i propri sforzi là dove serve. Occorre poter
rafforzare la salute sul territorio per evitare che si intasino
le strutture che invece debbono poter essere a disposizione di
chi ne ha maggiormente bisogno”.
ARC/CM/gg
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