Trieste, 14 feb – Un’implementazione delle aree archeologiche e
di ulteriori beni immobili, tra cui il Museo archeologico
nazionale, conferiti in uso dallo Stato alla Fondazione Aquileia
per una gestione unica e coordinata dell’intero comprensorio.
Questa la novità prevista nel rinnovo dell’accordo, siglato oggi
a Roma, tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo e la Regione Friuli Venezia Giulia per la
valorizzazione del patrimonio culturale della città di Aquileia.
Con la firma odierna, infatti, si è aggiornato e prolungato di
ulteriori dieci anni il documento sottoscritto nel 2008 e con
esso, contestualmente, anche lo statuto della Fondazione
attraverso l’introduzione di alcune modifiche.
Nel dettaglio, la competenza gestionale passa, come in
precedenza, dal ministero alla Fondazione attraverso la
fattispecie del conferimento in uso.
L’attuale provvedimento riguarda i seguenti beni immobili e le
collezioni conservate all’interno degli stessi: il Museo
archeologico nazionale e i relativi magazzini, compresi i
complessi di ex casa Sverzut e della ex stalla Sverzut e
dell’immobile attualmente occupato dalla Direzione del museo; il
Mueso Paleocristiano; l’immobile ex Brunner in via Roma; il Fondo
ex Sandrigo a est del fiume Natissa; il Fondo ex officina Moro
tra foro e ex Essiccatoio; la Cripta scavi, angolo sud-est, sulla
base di un protocollo d’intesa da stipularsi con l’Arcidiocesi di
Gorizia.
Per quel che attiene alla tempistica di questi passaggi, entro i
prossimi tre mesi si provvederà alla consegna dei beni immobili
(aree e fabbricati), mentre entro un anno si procederà alla
consegna delle collezioni, anche con atti separati, previa
redazione di specifico inventario delle stesse effettuato da
parte della Fondazione con la collaborazione del Ministero.
Di particolare rilevanza la presa in carico del Museo
archeologico nazionale, che detiene reperti di altissimo livello
ed è uno dei musei più grandi della regione. Relativamente all’ex
Casa Brunner, si tratta di un immobile già in parte ristrutturato
che, con un ulteriore intervento, potrà essere destinato a
divenire una sede espositiva di significativo pregio.
In riferimento alla governance della Fondazione, il cambiamento
più sostanziale è determinata dal piano di subentro della Regione
alla Provincia di Udine che, tra due mesi, verrà soppressa
nell’ambito della riforma regionale degli Enti locali. Il
Consiglio di amministrazione quindi sarà composto da due membri
nominati dall’Amministrazione regionale (uno a decorrere dalla
chiusura dell’Ente provincia), uno dal Ministero, un altro dal
Comune di Aquileia e un ultimo infine designato dagli altri
partecipanti.
La svolta di questo accordo, come è stato spiegato dalla Regione,
può essere definita un salto di qualità rispetto al documento del
2008 che rappresentava già di per se uno strumento
all’avanguardia, in quanto la Fondazione Aquileia è stata la
prima in Italia a sperimentare il conferimento in uso dei beni da
parte del Ministero.
Da domani, con un’organizzazione che permetterà una gestione
unica e armonica del sito, sarà possibile, ad esempio, istituire
un biglietto unico, in modo da consentire al turista di visitare
in maniera più comoda e funzionale l’intero patrimonio
archeologico, i Musei e le mostre connesse. Inoltre potrà essere
realizzata la messa in rete del Museo archeologico con gli altri
musei regionali, dandogli un’ulteriore valenza da un punto di
vista promozionale e creando un circuito virtuoso.
Sul fronte delle risorse viene confermato l’impegno economico
della Regione, con uno stanziamento di 20 milioni di euro nel
decennio, che per le prossime due annualità verrà così
frazionato: 1 milione nel 2018 e 3 milioni nel 2019, in
considerazione dell’attuale ampia disponibilità finanziaria della
Fondazione.
ARC/GG/fc
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