San Giorgio di Nogaro, 13 feb – L’esperienza unica e
straordinaria dell’Università Castrense, che fu vissuta a San
Giorgio di Nogaro nel corso della Prima guerra mondiale, è stata
rilevata dall’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti,
intervenuto alla cerimonia di commemorazione dell’apertura di
quello che fu un ateneo di medicina e chirurgia a ridosso del
fronte.
Aperta proprio cento anni fa, il 13 febbraio del 1916,
l’Università Castrense consentì di formare 466 studenti, del 5. e
6. anno del corso di laurea in medicina e chirurgia, permettendo,
ha evidenziato Torrenti “alla scienza e alla ricerca medica di
compiere eccezionali passi avanti”.
Le sperimentazioni, gli studi, le esperienze maturate dai giovani
aspiranti medici e dai loro insegnanti per soccorrere, aiutare,
alleviare le sofferenze degli innumerevoli commilitoni sul campo
di battaglia, hanno infatti consentito alla medicina, come ha
ricordato l’assessore, di trovare rimedi, cure, terapie nuove e
più efficaci.
L’auspicio, espresso da Torrenti, è che la nostra società sappia
investire sempre di più nel mondo della scienza in tempo di pace.
E che sia possibile possibile anche grazie al mondo scientifico
scongiurare tragedie immani come quella che fu rappresentata
dalla guerra del 1915-1918.
Sull’Università Castrense, come ha ricordato nel concludere
l’assessore, la Rai ha realizzato un esauriente documentario di
carattere storico, che ha permesso di diffondere la conoscenza
sul ruolo essenziale che San Giorgio di Nogaro rivestì all’epoca.
Un ruolo, che per molti anni è stato dimenticato.
Tra il 13 febbraio del 1916 e il maggio del 1917, San Giorgio di
Nogaro, che allora contava circa 5 mila abitanti, com’è stato
rilevato nel corso della rievocazione, pur nel dramma della
guerra divenne infatti una sorta di grande ‘campus’
universitario: con ben undici ospedali allestiti in fabbricati
del circondario, e circa mille e 500 degenti.
Centocinquanta di quegli aspiranti medici caddero sul campo di
battaglia, per prestare soccorso ai soldati feriti.
Nello stesso periodo, San Giorgio di Nogaro divenne un centro
strategico per le truppe italiane, in quanto disponeva della
stazione ferroviaria e del porto, situati a poca distanza dai
luoghi di battaglia.
Quel periodo è stato ricordato nel corso della una rievocazione
scenica, che si è avvalsa di foto dell’epoca e dei contributi
epistolari dei protagonisti di quell’esperienza.
Ad alcuni dei quali, dopo l’intervento del sindaco, Pietro Del
Frate, la città di San Giorgio di Nogaro ha conferito la
cittadinanza onoraria alla memoria: si tratta dei benemeriti
professori Giuseppe Tusini, Ludovico Pietro Marogna e Lorenzo
Bonomo, che furono gli animatori dell’Università Castrense.
ARC/CM
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