San Vito al Tagliamento, 22 mar – “Dobbiamo esercitare bene
ancora la nostra specialità come modello di governo, chiedendo
alla Commissione paritetica ulteriori competenze per dimostrare
che questo modo di amministrare è corretto e conveniente per il
sistema e non un privilegio. Dando prova di buongoverno, non
giochiamo sulla difensiva per difendere la specialità, ma abbiamo
la possibilità di rafforzarla”.
Lo ha affermato quest’oggi l’assessore regionale alla Cultura
Gianni Torrenti intervenendo a San Vito al Tagliamento alla
tavola rotonda “Lingua friulana e autonomia. I venti anni della
legge regionale 15 del 1996”. L’iniziativa, organizzata dalla
Società filologica friulana e dal Comune di San Vito nell’ambito
della Festa della Patria del Friuli, aveva come scopo quello di
compiere una riflessione sulle politiche linguistiche regionali.
A moderare la tavola rotonda è stato William Cisilino, direttore
dell’Agenzia regionale per la Lingua friulana (Arlef). Presenti
tra il pubblico anche i consiglieri regionali Vittorino Boem,
Claudio Violino e Gino Gregoris.
Era il 22 marzo 1996 quando veniva pubblicata la legge regionale
numero 15. Con il nome “Norme per la tutela e promozione della
lingua e della cultura friulane e istituzione del Servizio per le
lingue regionali e minoritarie”, il Consiglio della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia varò, il 27 febbraio 1996, la
prima legge organica di tutela della lingua friulana. La norma
friulana è stata un modello di riferimento in Italia, poiché per
prima si occupò nel dettaglio di una lingua regionale
disciplinandone anche l’utilizzo nel settore pubblico (negli
statuti, uffici e toponomastica), nei mezzi di comunicazione e
nella scuola, accanto alla tradizionale promozione culturale.
A spiegare come la legge sia stata figlia di un preciso periodo
storico è stato il professor Sergio Cecotti, già presidente della
Regione e uno degli estensori della norma. Nel suo intervento ha
ricordato come il forte legame tra i parlamentari friulani di
allora a Roma con i consiglieri regionali abbia giocato a favore
dell’approvazione della legge, che fino ad allora non era mai
riuscita a trovare sponda all’interno dei Governi che si erano
fino ad allora succeduti.
In merito all’applicazione della legge, Torrenti ha ricordato che
la Giunta ha approvato il piano linguistico, aumentando in modo
considerevole l’investimento economico. “Le risorse a
disposizione – ha detto l’assessore regionale – sono di circa 3,5
milioni, con un aumento rispetto al passato di circa il 40 per
cento. Questo significa ridare dignità al tema, ma soprattutto
credere nel valore che la lingua può avere per la nostra comunità
regionale. La politica che stiamo mettendo in atto è legata poi
al sostegno di poche cose ma di qualità, tra cui la
certificazione della didattica per migliorare l’insegnamento
della lingua nonchè assegnazione di maggiori competenze
all’Arlef. Infine siamo impegnati nel migliorare i criteri per la
destinazione dei fondi, con una distribuzione che sia figlia di
una corretta politica linguistica piuttosto che di una gestione
del consenso”.
Per quanto riguarda poi l’utilizzo del friulano nella pubblica
amministrazione, Torrenti ha rilevato come “stenti a prendere
piede l’utilizzo della modulisitica, mentre la lingua parlata è
molto più diffusa. La nostra politica per il radicamento delle
lingue minoritarie è contenuta anche nei bandi cultura, dove chi
presenta progetti che utilizzino questi idiomi ottiene un
punteggio maggiore. Sulla comunicazione – ha aggiunto Torrenti –
abbiamo compiuto investimenti nelle radio e televisioni locali,
riscuotendo un importante riscontro favorevole”.
ARC/AL/RM
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