Pensieri e parole di una mamma a spasso nella rete. Tutti i giovedì su www.udine20.it
Da quando ho iniziato l’avventura di questa rubrica, mi sono ripromessa di parlare con voi, care lettrici e lettori, consegnandovi un’immagine quanto più reale possibile della mamma moderna, con i suoi dubbi, le sue incertezze, accanto alla felicità che uno o più pupi portano nelle nostre vite.
Io sono all’inizio.
Ci sono però tante altre Mamme 2.0 che hanno aperto in rete delle vere e proprie finestre sulla loro vita già da un po’ di tempo a questa parte. Le loro riflessioni, gli aneddoti, le istantanee sul mestiere di mamma sono motivo di conforto, risate, condivisione e scambio di idee per moltissime donne sia mamme che non, ma anche i papà non mancano.
Una di loro, una delle più seguite e commentate del panorama italiano, è Bismama del blog www.bismama.com
Dal suo profilo sappiamo che è felicemente sposata con IlMaritoIdeale; che è diventata Monomamma a 23 anni e Bismamma a 28 ed è perennemente in uno stato di work in progress.
Ho deciso di invitarla a bere un caffè virtuale qui su Udine20 per parlare con lei non solo dell’esperienza come mamma blogger, ma soprattutto per presentarvela nella sua nuovissima veste di scrittrice su carta.
Esce oggi in tutte le librerie un suo sogno realizzato, ossia “Mamma non si nasce” (RED) di Serena Sabella in arte appunto “Bismama”
E’ il diario di una giovane donna travolta dalla voglia di maternità come da un tornado, che parola dopo parola,vi coinvolgerà in un’altalena di sospetti, dubbi e ritardi: incinta sì, incinta no? Un distillato di vita vera e vissuta. Niente verità rimaneggiate ‘a uso e consumo di future mamme’. Niente versioni edulcorate dell’esperienza più intensa che una donna possa trovarsi ad affrontare. In un turbinio di ormoni, aspettative, desideri, sogni e progetti. E delusioni: già, anche quelle. Vita vera. E baby blues (la maternità non è tutta fiocchi e tutine color pastello). E rivincite, e rinascite. E una donna che impara a essere mamma. Perché mamma non si nasce. Mamma si diventa. Giorno dopo giorno. Tra soddisfazioni e latenti sensi di inadeguatezza.
Dice di non avere tutte le risposte, Serena, ma le domande giuste, quelle sì.
Anch’io gliene ho rivolte alcune. Leggete un po’ cosa ci siamo dette.
Cosa ti ha spinto a raccontarti attraverso un blog?
La seconda gravidanza incentrata sulla ricerca di un parto naturale dopo un cesareo, è stata veramente stressante. Da qui la necessità di rivedere tutto in modalità “take it easy” e sdrammatizzare alcuni momenti difficili, come quello della depressione post partum, i cui strascichi li ho avuti “a codazzo” fino a prima del secondo cesareo.
Dal blog al libro. Un passaggio immaginato fin dall’inizio o una strada intrapresa cammin facendo?
Ho sempre amato scrivere. Ho un romanzo nel cassetto che, però, non ho mai fatto leggere a nessun editore solo perché sono…ehm..come dire, scema?
Tramite il blog, poi, ho avuto un contratto editoriale che mi ha portato a realizzare un sogno!
Nella società moderna in cui il progresso sembra migliorare di giorno in giorno le condizioni di vita è più facile o più difficile imparare il mestiere di genitore?
Credo che la difficoltà sia sempre la stessa. Fare delle scelte per un’altra persona è senz’altro un compito difficilissimo. Oggi, però, grazie alla rete il confronto è più semplice e diretto. Questo comporta anche una crescita più ricca.
Famiglia e lavoro. Conciliare le due cose per noi donne sembra spesso l’impresa degna del migliore equilibrista funambolico. Tu come ce la fai?
Non ce la faccio!!! Mi porto tutti i giorni la piccola al lavoro, First, invece, si accoda quando non c’è scuola. È molto difficile senza l’aiuto di una babysitter o una tata, ma ce la caviamo grazie anche a un papà molto presente!
Qual è la cosa che, secondo te, può essere fatta o migliorata in Italia per agevolare l’esistenza delle mamme lavoratrici?
Ci sarebbe da scrivere un libro su tutto quello che si potrebbe fare. Senz’altro bisognerebbe partire aggiustando il tiro su argomenti come l’indennità di maternità e gli asili nido. Sarebbe già un grande passo.
Nel libro affronti anche il tema della depressione post partum. Fino a qualche tempo fa quasi un tabù. Pensi che i numerosi blog in cui le mamme si raccontano nascano anche per far fronte alla solitudine?
Ne ho parlato circa 7 anni fa su un forum. I tempi non erano maturi e per poco non mi crocifiggevano sul desktop. Poi, insieme ad altre mamme, abbiamo creato un altro forum dove parlare, liberamente e in totale sincerità, anche della depressione post partum. E’ stato terapeutico. Ci sarebbe, però, da fare una distinzione tra baby blues e depressione vera e propria. Il primo è più fisiologico, con la seconda c’è un lungo lavoro interiore da fare e per questo, purtroppo, la rete aiuta ma non può essere fondamentale. Unfortunately, tested by me !
Qual è la prima cosa che sentiresti di dire ad una futura mamma e a una che lo è appena diventata?
Di leggere il mio libro??
Scherzi a parte! Spesso l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di selezionare le persone a cui chiedere aiuto! Spesso, le più indicate sono le amiche mamme, che più di chiunque altro, capiscono e non giudicano!
Grazie Serena e un grandissimo in bocca al lupo per tutto!!
Care lettrici e lettori, spero di avervi invogliati ad un passaggio in libreria nei prossimi giorni, se sì poi fateci sapere che ne pensate, mi raccomando!
Cristina oltre a scrivere questa rubrica tutti i giovedi su Udine20 ha un suo blog: http://udinelamiacittaenonnapina.blogspot.com/