L’associazione precisa: possibile acquistare in altro comune beni non disponibili nel comune di residenza
«Ancora una volta il governo non ha tenuto conto degli sforzi di ristoratori e pubblici esercizi con un intervento che mortifica anche la programmazione di imprenditori che nel fine settimana avevano fatto gli ordini di merce che resterà invenduta». Giovanni Da Pozzo, presidente regionale di Confcommercio, considera la decisione del governo di spostare il Friuli Venezia Giulia dalla zona gialla a quella arancione, con misure più restrittive di contenimento del virus, «l’ennesimo provvedimento che aggiunge confusione a confusione e lascia nella totale incertezza gli operatori economici». Un quadro «allarmante – prosegue Da Pozzo – per tutto il sistema del terziario. Inevitabilmente, anche il commercio risulterà pesantemente penalizzato, per quanto sia opportuno tener presente che le restrizioni agli spostamenti intercomunali in entrata o in uscita sono derogabili anche per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi, e quindi per acquistare beni non disponibili nel comune di residenza».
La situazione, aggiunge il presidente della Confcommercio Fvg, «è certamente difficile per la ripresa del contagio e i carichi sul sistema sanitario, ma ci troviamo davanti a un governo che non ha saputo organizzarsi per tempo di fronte a una prevedibile seconda ondata e che con interventi “spezzatino”, frutto di un’analisi dei dati da parte del comitato degli esperti che rimane misteriosa, sembra aver perso completamento il controllo della situazione. Ferma restando la necessità di porre un freno alla diffusione del virus, si rendono ancora più urgenti ulteriori stanziamenti statali per contenere almeno in parte il drammatico crollo del fatturato che interessa decine di migliaia di imprese in regione».
Confcommercio Fvg chiarisce che servizi e negozi quali quelli di abbigliamento, arredamento, autoveicoli o altri generi non alimentari di particolare specializzazione possono essere raggiunti in comuni diversi da quello di residenza (privi di quel tipo di offerta), motivando tale necessità e precisando il luogo da raggiungere. La sospensione delle attività riguarda esclusivamente i servizi di ristorazione e pubblico esercizio (salvo le deroghe espressamente previste: asporto e delivery) ed esclude le attività di commercio al dettaglio che continuano a svolgere regolarmente il proprio servizio durante la settimana ad eccezione delle chiusure del sabato (media e grande distribuzione) e della domenica (anche i negozi di vicinato). In ogni caso, nei giorni prefestivi e festivi rimangono aperte farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Relativamente ai distributori di carburanti l’attività è consentita con le normali modalità.