Con la possibile riapertura di un Cie in regione (quello di Gradisca è oggi adibito a Cara) rischiamo di ripercorrere situazioni già vissute in passato e che si sono rivelate fallimentari. Siamo contrari all’apertura del Cie, lo siamo sempre stati e quando era aperto abbiamo più volte contestato la sua funzione». A dirlo è il capogruppo del Pd, Diego Moretti commentando la situazione di emergenza dell’immigrazione in Friuli Venezia Giulia. «Condividiamo le preoccupazioni del sindaco Tomasinsig e della comunità di Gradisca che, se si dovesse dare seguito alle previsioni del ministero nell’ex caserma Polonio, verrebbe colpita duramente. Tutta la regione ha dimostrato un grande senso di responsabilità nell’accoglienza dei migranti e in particolare centri come Gradisca, Gorizia e recentemente anche Udine». Per questi motivi, continua Moretti, «come ha già ribadito più volte anche la stessa presidente Serracchiani, la strada da seguire è quella degli allontanamenti, non la riapertura di un Cie a Gradisca. Tutta la regione va alleggerita da una situazione ormai oltre il limite. La denuncia della presidente Serracchiani al ministro Minniti è coerente con quanto finora detto e dunque sicuramente condivisibile. É necessario, come ha giustamente sollecitato al ministro, che il tema dei rimpatri, di competenza statale, funzioni davvero. Il Friuli Venezia Giulia ha già un buon numero di forze dell’ordine rispetto alla popolazione, anche in virtù del fatto che è una regione di confine, ma è chiaro che si rende necessaria un’intensificazione rispetto al verificarsi di alcune situazioni».