A Casa Cavazzini la signora Alessandra Manin ha donato cinque opere di Raimondo D’Aronco ai Civici musei. Residente a Lugano assieme al marito, l’ingegner Belvisi, Alessandra, erede della nobile famiglia Manin, è originaria di Udine e ha vissuto in Friuli prima di trasferirsi in Svizzera. A lei erano rimasti alcuni lavori che il noto architetto aveva donato all’amico Antonio Cozzi di Piano d’arta. “Sono contenta che vengano messe a disposizione della cittadinanza e degli studiosi, è la soluzione migliore” ha osservato la signora Manin. A riceverla, l’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot, il direttore dei Civici musei Antonio Impagnatiello e la conservatrice di Casa Cavazzini Vania Gransinigh. All’incontro è intervenuto anche il professor Gilberto Ganzer con Diana Barillari, curatrice della mostra su D’Aronco.
I lavori sono tutti autografati e presentano la dedica. Le prime tre tavole sono dedicate al “Concorso internazionale per un monumento a Vittorio Emanuele II”. La quarta riguarda il primo progetto in assoluto di D’Aronco che risale al 1881 con cui ha partecipato al “Concorso per un premio di incoraggiamento” raffigurando il teatro diurno. La quinta era stata realizzata per un progetto comunitario inedito. La ricchezza del patrimonio dell’archivio D’Aronco troverà spazio all’interno del nuovo Palamostre che sorgerà ristrutturato nel marzo 2023. Le opere donate dalla signora Manin verranno esposte nel momento in cui si svilupperanno ulteriori iniziative di approfondimento.
Si tratta di una grossa riscoperta a distanza di 90 anni dalla scomparsa dell’autore come testimoniato dall’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot. “A noi fa molto piacere vedere come dall’iniziativa dell’amministrazione di promuovere una rassegna espositiva sui lavori di D’Aronco in Friuli, siano fioriti questi concorsi da parte di cittadini privati. È emersa questa sensibilità delle famiglie del territorio che mira ad arricchire le collezioni dei Civici musei e ne siamo grati”. Un modo per tramandare la memoria e renderla pubblica. “D’Aronco è sempre attuale – conclude Cigolot – suscita grande interesse e ogni giorno vediamo quanto è stata ricca e straordinaria la sua produzione sia per quanto riguarda i monumenti pubblici sia per le iniziative private”.