C’è una parola chiave che spiega più di altre le modalità con cui l’Ecomuseo delle Acque opera per definire e consolidare le sue attività sul territorio. La parola è interazione: comporta il coinvolgimento di altre realtà, associative ed economiche, che possono dare maggior peso e qualità ai progetti. Questo è avvenuto con il programma di sostegno e valorizzazione delle latterie turnarie che hanno aderito alla Carta dei princìpi, un decalogo che riassume i valori a cui fanno riferimento i protagonisti di queste filiere. Si tratta della Latteria turnaria di Campolessi che l’Ecomuseo sta sostenendo da una decina d’anni, del Caseificio turnario di Peio nel Trentino e della Latteria turnaria di Valmorel in Valbelluna, con la concreta possibilità di inserire nella rete un sistema di piccoli caseifici turnari sloveni attivi tra Caporetto e Tolmino.
Dopo la produzione del documentario “Latte nostro” del regista Michele Trentini e la stampa delle varie pubblicazioni che hanno fatto conoscere il sistema della caseificazione collettiva evidenziando la qualità ed eticità di una filiera peculiare, solo in apparenza superata ma ancora attualissima, il progetto di collaborazione tra caseifici prosegue con l’allestimento della mostra itinerante “Lat cence confins. Il modello turnario nell’arco alpino” sostenuta dalla Regione e dedicata ad allevatori, malgari e casari “resistenti”. E’ il risultato di una campagna di documentazione promossa dall’Ecomuseo e realizzata dal fotografo Graziano Soravito.
Dopo l’esposizione a Peio, la mostra verrà allestita a Gemona nelle sale di Palazzo Elti in via Bini: inaugurazione sabato 5 novembre alle 17, apertura fino all’11 dicembre (orario: martedì 10.00-12.30 e 14.30-18.00, mercoledì 10.00-12.30, da giovedì a domenica 10.00-12.30 e 14.30-18.00). All’inaugurazione interverranno Interverranno Bepi Pucciarelli, giornalista enogastronomo, e Roberto Zottar, membro del Centro Studi Nazionale – Accademia Italiana della Cucina. Nell’occasione sarà possibile degustare i formaggi del Caseificio turnario di Peio, della Latteria turnaria di Campolessi e della Latteria turnaria di Valmorel, aderenti alla “Carta dei princìpi delle latterie turnarie”.
Analogamente a quanto avveniva per la panificazione con i forni di paese, le latterie turnarie erano un tempo capillarmente diffuse sull’intero arco alpino, ogni borgo aveva la sua latteria turnaria. Era il modo per poter utilizzare tutto il latte prodotto nella stalla: una parte veniva trattenuta dall’allevatore per il consumo giornaliero della famiglia e una parte portata in latteria per fare il formaggio. La quantità conferita veniva segnata in un libretto, accumulando così un credito in formaggio e burro da riscuotere periodicamente. Lo scopo della Carta dei princìpi delle latterie turnarie è dichiarare i valori che comprendono gli elementi cardine della filiera, scanditi da un elenco di parole chiave (sono i dieci capitoli del decalogo): turnazione, alimentazione naturale, benessere animale, latte di qualità, formaggio artigianale, biodiversità e paesaggio, conduzione familiare, economia di relazione, sovranità alimentare, cooperazione.