ECONOMIA: ASSEMBLEA CONFCOMMERCIO, IN FVG TIENE IL TERZIARIO

ECONOMIA: ASSEMBLEA CONFCOMMERCIO, IN FVG TIENE IL TERZIARIO

FINANZA-ECONOMIA-E-MERCATI-04In Friuli Venezia Giulia il saldo tra imprese iscritte e cessate nel 2016 sarà ancora negativo. Numeri positivi, invece, per il terziario. Lo prevede l’indagine di Format Research, presentata a Pordenone in occasione dell’assemblea regionale di Confcommercio Fvg. A fine anno, stando ai numeri diffusi dal direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani, il saldo tra nuove iscrizioni, vicine a quota 5mila, e cessazioni sarà pari a -537 imprese (+771 del terziario, -1.308 degli altri settori), con la maggiore incidenza negativa su Udine (-625).

ISCRIZIONI/CESSAZIONI IMPRESE IN FVG, PREVISIONE 2016

Terziario

Altri settori

Totale

Iscrizioni

4.956

1.380

6.336

Cessazioni

4.185

2.688

6.873

Saldo

+771

-1.308

-537


SALDO ISCRIZIONI/CESSAZIONI IMPRESE IN FVG, PREVISIONE 2016

Terziario

Altri settori

Totale

Gorizia

+103

-152

-49

Pordenone

+261

-323

-62

Trieste

+106

-208

-102

Udine

+301

-625

-324

TOTALE

+771

-1.308

-537


Il peso del terziario in Fvg

Le imprese operative in Friuli Venezia Giulia sono 84.310, di cui 64.629 appartenenti al terziario (commercio, turismo e servizi), che pesa dunque poco meno del 77% del totale delle unità produttive della regione. Tra queste quasi il 60% sono imprese dei servizi, segno evidente della capacità del terziario Fvg di posizionarsi all’avanguardia in termini di capacità di fare innovazione e interpretare in modo moderno le sfide della nuova economia e della globalizzazione.

Tutte le imprese del Fvg danno lavoro a quasi 353mila occupati di cui 210mila nel terziario, che vale il 60% circa dell’occupazione Fvg. Facendo uguale a100 il valore aggiunto prodotto dalle imprese regionali il 72,4% è prodotto dai settori del terziario, ossia quasi i tre quarti della ricchezza della regione nella forma di “capacità di produrre valore” è generata dalle imprese del commercio, del turismo e dei servizi.

IMPRESE FVG

Manifattura

8.475

Costruzioni

11.206

Commercio

19.724

Turismo

7.102

Servizi (comprese le società finanziarie e gli studi professionali)

37.803

Totale imprese terziario Fvg

64.629

Totale imprese Fvg

84.310

Peso del terziario

76,7%

OCCUPATI FVG

Manifattura

112.982

Costruzioni

30.332

Commercio

58.962

Turismo

26.314

Servizi (comprese le società finanziarie e gli studi professionali)

123.926

Totale occupati terziario Fvg

209.202

Totale occupati Fvg

352.516

Peso del terziario

59,3%


Risalgono fiducia, ricavi e capacità finanziaria. Stallo nell’occupazione

INDICATORI GENERALI

Tasso di fiducia sull’economia italiana: 42,5 (da 38,9) +3,6

Tasso di fiducia sulla propria attività: 44,7 (da 43,2) +1,5

Indicatore dei ricavi: 40,6 (da 38) +2,6

Indicatore della situazione occupazionale: 35,3 (da 35,5) -0,2

Indicatore della capacità finanziaria: 55,2 (da 53,5) +1,7

CREDITO

Imprese che hanno chiesto un fido: 28,5% (da 28,2%) +0,3%

Imprese che hanno visto accolta la propria richiesta: 47,2% (da 47%) +0,2%

Fiducia

Continua a crescere, a inizio 2016, il clima di fiducia delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia, raggiungendo il punto più alto da quattro anni a questa parte: il tasso sulla situazione generale del primo trimestre segna 42,5 contro il 38,9 del quarto trimestre 2015. Cresce l’ottimismo anche con riferimento all’andamento della propria attività (44,7 da 43,2). In vista della fine della prima metà dell’anno la situazione tornerà a sfiorare i livelli precedenti la crisi, avvicinandosi alla soglia di espansione (50).

Ricavi

A un miglioramento del clima di fiducia corrisponde un aumento del livello dei ricavi, ma un’impresa su tre (specialmente se di piccole dimensioni) continua a mostrare notevoli difficoltà su quel fronte.

Occupazione e Jobs Act

Nei primi mesi del 2016 si registra inoltre una timida frenata della dinamica occupazionale secondo il giudizio delle imprese del terziario del Fvg. Complice la riduzione del “bonus occupazionale”, il trend è destinato a confermarsi anche nel secondo trimestre dell’anno. Quel bonus è stato già usato dal 12% delle imprese, in prevalenza di grandi di dimensioni e impegnate nei servizi e nel turismo. Tra le imprese del terziario Fvg che hanno utilizzato il Jobs Act nel 2015, il 52,5% lo ha fatto per nuove assunzioni a tempo indeterminato.

I dati dal Rapporto Inps sul precariato rilevano come a gennaio e febbraio, rispetto ai primi due mesi dell’anno precedente, si registri peraltro un decremento dei contratti a tempo indeterminato pari al -32,9% (sostanzialmente in linea con la media Italia pari a -33,5%).

Credito

Quanto al credito, cresce in modo impercettibile la percentuale di imprese che si recano in banca per chiedere un finanziamento. L’indicatore relativo al fabbisogno finanziario si consolida nell’area di espansione ma, malgrado l’ulteriore miglioramento previsto per il secondo trimestre dell’anno, la situazione si confermerà ancora distante dai livelli pre-crisi.
Pressione fiscale

Per le imprese Fvg l’incubo maggiore è però quello della pressione fiscale che, per il 58% degli intervistati, ha inciso in modo significativo sulla crescita dell’impresa più di altri fattori di ostacolo, per il 40% lo ha fatto al pari di altri fattori, per il 2% non ha inciso. Più in generale la pressione fiscale complessiva in Italia nel 2015 è risultata sostanzialmente in linea con quella registrata nel 2014 (-0,1%). Tuttavia, sono aumentate le tasse sui salari: il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti (prelievo sulla retribuzione lorda) è salito al 49%, in crescita di circa un punto nel giro di un anno. L’Italia raggiunge il quinto posto tra i 34 Paesi Ocse per il peso del fisco sul salario del lavoratore medio, affiancando l’Ungheria e superando la Francia (48,5%) e allontanandosi ancor più dalla media Ocse (35,9%). Le serie storiche evidenziano come la media dei paesi Ocse si sia mantenuta sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni (+0,3%). Al contrario, per l’Italia si registra un incremento di 1,3 punti.

L’uso del web

Poco meno del 90% delle imprese del terziario Fvg dispone di almeno una connessione a internet. La quota raggiunge quasi il 100% tra gli operatori più grandi e presso quelli dei servizi. Il Fvg si posiziona al sesto posto tra le regioni italiane per disponibilità di connessione a internet delle imprese. È preceduto da Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Liguria, Umbria e Sardegna. Due imprese del terziario su tre sono in possesso di un proprio sito web. Anche in questo caso si tratta prevalentemente degli operatori più grandi e di quelli dei servizi.

Il Fvg si posiziona invece al settimo posto tra le regioni italiane relativamente alla quota di imprese in possesso di un sito web. È preceduto da Trentino Alto Adige, Marche, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte. Sei imprese del terziario su dieci giudicano però insoddisfacente il livello di efficienza delle infrastrutture telematiche presenti sul territorio. Le inefficienze hanno tra l’altro impedito di fare “network” con altre imprese, di avviare iniziative di “home working”, e progetti di “e-commerce”.

Uno sviluppo delle reti telematiche, che si traduce in infrastrutture telematiche più efficaci, comporterebbe un incremento dei ricavi pari a circa il +7% secondo l’opinione di quasi quattro imprese su dieci.

Nota metodologica – L’Osservatorio sull’andamento delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia è basato su un’indagine continuativa a cadenza trimestrale effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi della regione e delle quattro province (1.536 interviste in totale). Margine di fiducia: +2,6%. L’indagine è stata effettuata dall’Istituto di ricerca Format Research, tramite interviste telefoniche (sistema Cati), nel periodo 5 – 22 aprile 2016.