Palmanova, 24 mar – “La manifattura resta al centro dell’economia regionale, con prodotti di altissima qualità che devono sempre di più basarsi sul sistema dei saperi presenti in Friuli Venezia Giulia. Ma anche le professionalità che entrano o vengono riassorbite dalle aziende devono essere innovative. Solo così potremo reggere il confronto con il mercato in un territorio come il nostro fortemente vocato all’export “.
Lo ha ricordato oggi il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello intervenendo al convegno dal titolo Il Friuli negli anni 2000-2015. L’economia organizzato dalla CISL e FNP CISL di Udine, svoltosi nel Salone d’onore del Municipio di Palmanova.
All’incontro, moderato dal segretario generale della CISL di Udine Roberto Muradore, hanno partecipato anche il segretario nazionale della FEMCA CISL Angelo Colombini nonché il segretario della CISL di Udine Paolo Mason e della FNP CISL Ennio Toniutti.
Il convegno si è aperto con un minuto di silenzio dedicato alle vittime del duplice attentato di Bruxelles, alle quali il sindaco della città Francesco Martines ha voluto dedicare un ricordo. A tracciare l’andamento dell’economia nella nostra regione nell’arco di questi quindici anni è stato lo studioso Fulvio Mattioni il quale, su incarico della CISL, ha delineato uno spaccato che vede il Friuli Venezia Giulia ancora impegnato a risalire la china determinatasi con la crisi globale del 2008.
A spiegare le strategie messe in campo dalla Regione per invertire la tendenza è stato il vicepresidente Sergio Bolzonello. “È sotto gli occhi di tutti – ha detto l’assessore regionale – che in questi anni è sfumata la centralità del manifatturiero. Dal nostro insediamento, uno degli obiettivi che ci siamo posti da subito è stato quello di ridare la giusta collocazione a un comparto che pesa molto nell’economia regionale. Uno degli strumenti messi in campo è la legge regionale cosiddetta Rilancimpresa FVG che va in questa direzione, alla quale però vanno aggiunte una serie di altre azioni concrete. Ne è un esempio la riqualificazione complessiva del manifatturiero, che deve fare i conti con l’innovazione di prodotti e processi. Questo cambio di paradigma – ha aggiunto Bolzonello – deve basarsi sul sistema dei saperi presenti in Friuli Venezia Giulia, composto da università, centri di ricerca e parchi tecnologici in grado di dare risposte e soluzioni innovative al comparto”.
Un secondo ambito sul quale sta lavorando la Regione è quello della qualificazione del lavoro. “È necessario – ha detto il vicepresidente nel suo intervento – dare una svolta alla professionalità presente in azienda. C’è bisogno di capacità nel saper leggere i cambiamenti richiesti dai processi produttivi e quindi anche coloro che entrano nel mondo del lavoro o che vengono riassorbiti dalle aziende dopo la crisi hanno bisogno di una formazione molto innovativa e diversa rispetto al passato”.
Infine per l’assessore Bolzonello c’è un terzo e ultimo aspetto che diventerà sempre più centrale già a partire dai prossimi mesi: la misurabilità degli interventi compiuti, operazione necessaria per valutare l’efficacia delle azioni messe in campo. “Con lo stesso impegno che ci ha contraddistinto nel compiere riforme radicali per questa regione – ha detto Bolzonello – dovremo verificare l’efficacia di quanto è stato fatto sino a ora. La misurabilità è un passo importante per capire quanto e come hanno inciso le riforme. Senza valutazione – ha concluso il vicepresidente – non sappiamo se ciò che è stato fatto abbia un valore per i cittadini”.
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