Villa Santina, 23 lug – La Regione è accanto ai titolari e
alle maestranze della Tessitura Carnica, lo storico stabilimento
di Villa Santina devastato la notte scorsa da un incendio, che
rappresenta un frammento della tradizione imprenditoriale della
montagna friulana sviluppata da Jacopo Linussio, ed è un simbolo
della capacità di innovare delle genti della Carnia. Un’azienda,
che per decenni aveva dato lavoro a migliaia di famiglie del
territorio.
È quanto evidenziato nel corso di un incontro, a Villa Santina,
dall’assessore regionale alle Attività produttive nel corso di un
incontro con il Comune, i rappresentanti delle categorie
economiche della Carnia e dell’imprenditore titolare dell’azienda
interessata dal rogo .
Tra le ipotesi avanzate, quella di individuare una collocazione
provvisoria dello stabilimento, sempre nel tolmezzino, per
consentirne il riavvio e permettere all’azienda di mantenere la
clientela internazionale già acquisita nel tempo. L’obiettivo è
anche quello di salvaguardare la prosecuzione di una tradizione
locale che è una delle note distintive dell’arte dei mestieri
della montagna friulana e dell’intero Friuli Venezia Giulia.
La Tessitura carnica è infatti custode di una lunga tradizione
sviluppatasi a partire da Villa Santina, specializzata nella
realizzazione di tessuti particolari, richiesti e ricercati nel
mondo, che tutt’ora vengono prodotti con telai antichi, non
essendo possibile eseguire lo stesso tipo di lavorazione con
quelli moderni.
La Regione ha voluto essere presente sul posto fin dalle prime
ore successive al devastante incendio, per testimoniare
l’attenzione del Friuli Venezia Giulia rispetto alla volontà
dell’imprenditore di riprendere a breve l’attività, anche per non
disperdere un patrimonio che fa parte della storia e della
cultura del territorio della Carnia e dell’intera Regione.
La presenza dell’esponente dell’esecutivo è servita anche per
ricordare le iniziative messe in campo dalla Regione a
dell’economia. Nell’occasione è stato ribadito che la
disponibilità dei fondi previsti dalla Ue per gli interventi a
ristoro dei danni causati dal COV19, e di quelli che saranno
predisposti dalla nuova Programmazione comunitaria, non potranno
che rappresentare l’occasione per ripensare le strategie
economiche del Paese, come del Friuli Venezia Giulia.
Questi fondi potranno consentire anche alla realtà locale di
riposizionarsi su modelli di competitività che l’hanno fatta
affermare dopo un altro periodo difficile per questa terra,
qual’è stato quello successivo al terremoto del 1976.
Accanto a ciò, è stato ricordato che la Regione sta ridefinendo
una legge, “Sviluppoimpresa” che, se non fosse intervenuta la
pandemia, avrebbe potuto già essere messa a disposizione del
tessuto economico-produttivo del Friuli Venezia Giulia. Norma che
dovrà essere ripensata, riproposta e aggiornata rispetto al nuovo
quadro socio-economico. Ma non potrà che prevedere misure rivolte
alle categorie economiche a rischio, o che comunque necessitano
di un impulso verso nuovi percorsi di crescita e sviluppo, a
vantaggio di soggetti che la Regione non mancherà di individuare
assieme alle categorie economiche come ha fatto oggi con la
Tessitura carnica, riunendo a un tavolo tutte le componenti
interessate.
Tra le azioni possibili per il rilancio dell’economia della
montagna figura anche un nuovo assetto dei Consorzi industriali,
perché siano sempre più in grado di stare al fianco di coloro che
intendono investire in nuova imprenditorialità o mantenere la
competitività delle loro aziende.
ARC/CM/al
Powered by WPeMatico