Elettrodotto Redipuglia-Udine ovest: M5S, opera devastante

Elettrodotto Redipuglia-Udine ovest: M5S, opera devastante

elettrodotto tralicci ternaQui di seguito l’intervento che il portavoce del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo ha tenuto ieri al Venice Energy Forum “Le politiche transadriatica e transalpina” 

intervento del consigliere Sergo Come consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia non posso non sottolineare, con un certo disappunto, che la Regione da cui provengo non è presente in via ufficiale ai tavoli di questo Forum, se non per l’autorevole presenza del senatore Sonego. Ritengo pertanto opportuno intervenire, per ricordare quanto queste politiche stiano incidendo sul nostro territorio.
Analizzando i dati energetici dal 2002 ad oggi ho potuto notare come la nostra Regione, potrebbe dichiararsi a tutti gli effetti autosufficiente per l’energia elettrica. La nostra posizione geografica, però, fa sì che molti gwh vengano importati dalla Slovena per poi esser trasferiti in Veneto. Erano 7300 gwh nel 2009, sono poco più di 4000 ormai dopo la crisi che ha colpito i nostri Paesi.
Per questi motivi la Regione Friuli Venezia Giulia è interessata dalla realizzazione di infrastrutture lineari che sono molto impattanti dal punto di vista ambientale e soprattutto paesaggistico. Una di queste è ben conosciuta anche dal senatore Sonego per esser stato (“una vita fa” come scherzando ama ricordare lui stesso) assessore alle infrastrutture nella nostra Regione, sto parlando dell’ “Elettrodotto 380kv tra Redipuglia e Udine Ovest in linea aerea” proposto da Terna spa. Un’opera che, come sostiene il Ministero dei Beni Culturali, non proprio il MoVimento 5 Stelle di cui faccio parte, “inciderà in modo drammatico nell’ambiente naturale in cui è particolarmente pregevole la visione del contrasto tra le Alpi Giulie sullo sfondo e della pianura coltivata e del tessuto insediativo rurale, anch’esso di pregio”. Un’opera di soli 40 km su cui potrebbe transitare il doppio dell’energia che attualmente circola nell’intera Regione.
Terna spa, al contrario, nella sua relazione paesaggistica è giunta a sostenere che “l’intervento è adatto al carattere dei luoghi e non abbassa la qualità paesaggistica”, sostenendo che l’impatto dei piloni alti anche oltre i 60 metri è tale solo perché si osservano da vicino. Allontanandosi da loro prima o poi si intercetterà qualche ostacolo che li renderà “invisibili”.
Come a dire, siccome da Venezia non si vedono, non c’è alcun problema!
Preme ricordare che il Ministero dei Beni Culturali ha richiamato l’orientamento ormai consolidato del Consiglio di Stato secondo il quale “si richiede per la legittimità amministrativa, che nuove opere non deturpino ulteriormente l’ambiente protetto”. Il Consiglio ha già accolto una volta i ricorsi di cittadini e comuni interessati dall’opera tant’è che i lavori risultano fermi dal luglio 2015 e questi Comuni sono pronti a dar ancora battaglia.
Un eurodeputato della nostra Regione, ancora sei anni fa, ebbe modo di sostenere che “quello di Terna è un atto d’imperio. L’annuncio che l’elettrodotto dovrà essere aereo, è contrario a qualsiasi concetto di riduzione dell’impatto ambientale, umilia i Comuni interessati e ridicolizza l’autorevolezza della Giunta regionale. E vorrei anche chiedere –continuava il politico- ai dirigenti della Lega Nord se è in questo modo che si è padroni a casa nostra, oppure se di fronte a certi interessi il Carroccio dimentica come si fa la voce grossa”. Questo politico è l’attuale Presidente della Regione che 4 mesi fa con una delibera di Giunta ha dato parere favorevole alla compatibilità ambientale dell’elettrodotto aereo. Vorrei capire da questo Forum di “quali interessi” stesse parlando Debora Serracchiani.
Quello che mi preme capire da questo Forum è se c’è consapevolezza del fatto che il mondo stia cambiando, rispetto al 2002, non il 2012 ma il 2002, quando opere di questo tipo sono state pensate e solo grazie alla forte difesa del proprio territorio che sindaci e cittadini hanno intrapreso, non sono ancora stata realizzate. Ma l’idea di dover implementare la nostra linea a tal punto poteva esser giustificata solo dal fatto che fino al 2011 erano parecchie le voci che prevedevano l’installazione di una centrale nucleare proprio a Monfalcone, ma poi ci hanno pensato i cittadini italiani con un referendum a evitarlo.
Dico questo perché successivamente alla favorevole valutazione d’impatto ambientale del 2011, Terna spa ha introdotto nel proprio programma di sviluppo anche un elettrodotto interconnector a 380 kv da 1000 mw (Divaccia in Slovenia-Salgareda in Veneto, passando per un tracciato interrato e addirittura sottomarino nel Mar Adriatico) che dovrebbe liberare proprio dal nodo di Redipuglia – Monfalcone, una quantità di gwh annuale ben superiore a quella solitamente importata dalla Slovenia ed esportata in Veneto.
Tolta questa energia quali problemi energetici potremo mai avere in Friuli Venezia Giulia?
La realizzazione di questo nuovo interconnector previsto per il 2022 renderebbe poco necessaria un’opera devastante per il paesaggio friulano, che costerà, per la sola linea aerea di 39 km, una cifra che si avvicina ai 40 milioni di euro, a fronte di un investimento, ancorché finanziato da privati di 869 milioni di euro per l’interconnector Divaccia – Salgareda. Un’opera che, a quanto pare, grazie al meccanismo “dell’importazione virtuale” di fatto stiamo già pagando anche tutti noi con le nostre bollette. Ma si sa, ce lo chiede l’UE!
Pensare che una delle obiezioni all’interramento dell’Udine-Redipuglia era proprio l’eccessivo costo, atteso che secondo la stessa Terna interrare un elettrodotto costerebbe 10 volte di più.
Ebbene, questa è la dimostrazione che con gli stessi soldi si potrebbero interrare fino a 3 linee, salvaguardando quanto ci chiede l’Europa, quanto ci chiedono le industrie energivore, ma soprattutto quanto chiedono i cittadini e il nostro ambiente. E potremmo farlo in tempi rapidissimi atteso che è in fase di realizzazione la Terza Corsia dell’autostrada Venezia Trieste, un’altra opera che il senatore Sonego conosce bene e che si potrebbe sfruttare questo tracciato per l’interramento della linea, come avviene in altri parti dell’Europa che dopo ricorderò.
Chiedo in questa sede, anche a Terna spa che qui è rappresentata, se non ritenga opportuno fare un ragionamento complessivo su quanto sta avvenendo con la frontiera slovena per evitare che la realizzazione di queste opere, pensate e progettate in fasi così diverse, non rischi di compromettere una volta per tutti i nostri territori. Sappiamo tutti che le soluzioni adottate in altre parti d’Italia hanno dimostrato che gli elettrodotti, anche ad altissima tensione, possono essere interrati, come avvenuto per il Sorgente-Rizziconi tra Sicilia e Calabria, oppure possono esser interrati lungo la rete viaria come nel caso del Piossasco (IT)-Grand Ile (FR), o come le parti interrate dello stesso Salgareda Divaccia.
Io ho avanzato lo scorso aprile formale richiesta di audizione dei tecnici di Terna Spa nella commissione consiliare regionale competente in materia di energia, per discutere di queste e altre problematiche, sto ancora aspettando che ciò accada dopo 7 mesi. Mi auguro che questo possa avvenire quanto prima, per non dover discutere di cosa si sarebbe potuto fare, quando ormai sarà troppo tardi, ma per discutere di quello che si potrà fare, guardando al nostro futuro. Noi non diciamo sempre NO, sono altri quelli che dicono no alla salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del futuro delle nostre generazioni.

Quando sono arrivato in consiglio regionale mi sono occupato anche di un’altra opera impattante, ovvero la linea ferroviaria ad Alta Velocità che doveva collegare Venezia a Trieste. Il costo previsto di quell’opera era di 7,5 miliardi di euro. Ora si è stabilito che per velocizzare la linea basteranno 1.800 milioni, ma probabilmente si finirà per spendere poco meno di un miliardo. Circa dieci volte in meno di quanto preventivato.

Pertanto noi chiediamo soltanto che la realizzazione di queste opere venga effettuato con il dovuto rispetto dell’ambiente e dei cittadini che le pagano.