I vertici di Terna hanno riferito oggi, in sede di IV Commissione permanente del Consiglio regionale FVG, in merito all’intervento in autorizzazione che comprende la realizzazione della nuova linea 380kV “Udine O.- Redipuglia” e la dismissione di 110 km di vecchie linee in FVG.
comunicato stampa TERNA
Il richiamo più forte è stato al senso di responsabilità, di tutti i soggetti, per garantire la sicurezza elettrica ai friulani: intervenire sulla rete è indispensabile e urgente. La rete attuale, è stato spiegato, versa in condizioni estremamente critiche ed è soggetta a forti rischi di disalimentazione delle utenze elettriche. Le 2 linee a 380 kV esistenti risalgono agli anni ’70-’80, a fronte di fabbisogni energetici dei friulani più che raddoppiati negli ultimi trent’anni: per questo la Udine O.-Redipuglia è stata inserita, fin dal 2003, nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione nazionale approvato dal Governo.
Da allora il lungo percorso di condivisione con gli Enti Locali, secondo una prassi sperimentata con successo negli ultimi anni, ha anticipato il confronto con il territorio alla fase di pianificazione strategica dell’opera. Dopo la definizione dei criteri localizzativi con la Regione e oltre 70 incontri e sopralluoghi con gli Enti Locali per delineare insieme il percorso della nuova linea, si è giunti nel luglio 2007 al Protocollo d’Intesa (siglato dall’80% dei Comuni interessati), poi incluso – nel febbraio 2008 – nell’Atto di Intesa della Regione FVG con Terna. Solo dopo tale percorso, Terna ha inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico – a dicembre 2008 – la richiesta di autorizzazione della linea Udine O.- Redipuglia, così come condivisa nel Protocollo con i Comuni e nell’Atto di Intesa con la Regione FVG.
Terna ha sempre spiegato, a ogni interlocutore e in ogni sede, le ragioni per le quali in FVG non è possibile interrare la nuova linea, e lo ha ribadito in sede di audizione. I cavi interrati, in caso di guasto, richiedono tempi di riparazione dell’ordine di settimane, durante le quali la rete elettrica circostante deve assolvere ai compiti della linea in cavo non più in servizio. Ma la rete elettrica esistente in FVG è obsoleta e poco magliata, e perciò già ora non più sufficiente a garantire con adeguati margini di sicurezza la continuità di alimentazione di una vasta area del territorio friulano. Realizzare la linea anche solo parzialmente in cavo (che strutturalmente sviluppa un’elevata impedenza), significherebbe intervenire incrementando insostenibilmente la già pericolosa esposizione della rete regionale al rischio di sovraccarichi: cioè, peggiorare gli attuali problemi elettrici del FVG. Terna ha infine ricordato che è assurdo imputare la necessità di realizzare la linea in aereo a una questione economica: Terna è remunerata in percentuale sugli investimenti, dunque sarebbe più “redditizio” realizzare una linea interrata, che ha costi maggiori di quella aerea
Rispetto agli impatti dell’intervento, i funzionari di Terna hanno ricordato che, proprio recependo le indicazioni della Regione, il piano di razionalizzazione della rete prevede – a fronte della realizzazione di 40 km di nuova linea che attraverserà aperta campagna per il 95% del tracciato – lo smantellamento di 110 km di vecchie linee che oggi lambiscono i centri abitati di 30 Comuni friulani.
Inoltre Terna, accogliendo le istanze dei consiglieri regionali per il miglioramento del progetto, sta studiando una nuova generazione di sostegni tubolari monostelo che possa risolvere quelle limitazioni d’uso (campate lunghe, ampi angoli di deviazione o dislivelli elevati) che hanno finora consentito di ipotizzarne l’utilizzo per circa il 60% del tracciato. I sostegni monostelo, è stato spiegato, riducono l’occupazione di suolo (si passa dai 200/250 mq di un classico traliccio ai 5/6 mq di un monostelo), e il campo elettromagnetico generato.
Terna ha poi ricordato i benefici generati dall’intervento: oltre alla sicurezza contro il rischio di disservizi, 600 megawatt di energia in più per imprese e famiglie, 60 milioni di euro di risparmio in bolletta, 12mila tonnellate in meno di CO2, lo smantellamento di oltre 400 tralicci di vecchie linee.
Confermato dunque anche da parte di Terna il senso di responsabilità verso i territori attraversati dalla nuova linea, impegno irrinunciabile per l’unico soggetto autorizzato dalla legge (Legge Bersani, n. 79 del 1999, articolo 3) a stabilire quali interventi, ordinari e straordinari, realizzare sulla Rete di Trasmissione Nazionale e gli standard tecnici di sicurezza da garantire. Una responsabilità affidata in via esclusiva a Terna, che rende la richiesta di coinvolgimento di soggetti terzi nella progettazione dell’opera non funzionale alla garanzia della sicurezza del sistema elettrico friulano.
In risposta ad alcune delle numerose domande, Terna ha ricordato che esiste un soggetto “terzo” e autorevole di valutazione delle proposte tecniche avanzate da Terna per assicurare sicurezza alla RTN: tale soggetto è la Commissione VIA nazionale, composta da 60 membri tra professori universitari e studiosi, che ha espresso dopo accurati approfondimenti e diversi sopralluoghi un parere positivo all’opera in autorizzazione
Infine è stato ribadito che, una volta emanato il Decreto VIA da parte dei Ministeri competenti, il passo successivo del percorso di autorizzazione dell’elettrodotto dovrà essere la convocazione della Conferenza di Servizi da parte del Ministero delle Sviluppo Economico.