Il ricorso del centrodestra sull’esito delle elezioni regionali del 2013 in Friuli Venezia Giulia è stato in parte respinto e in parte dichiarato inammissibile dal Tar. La coalizione uscita sconfitta dalle elezioni del 21 e 22 aprile aveva voluto chiedere una verifica sull’attribuzione dei voti. Opinione contraria del Pd, secondo cui non c’è alcun elemento oggettivo che possa condurre automaticamente alla conclusione che i 12 mila voti nulli fossero automaticamente da attribuire a Tondo. “Il ricorso – si legge nella sentenza – nel suo complesso va ritenuto in parte inammissibile e per il resto infondato”.
Il Tar ha condannato i ricorrenti al rimborso delle spese e competenze giudiziali che liquida in 2.000 euro a favore della Regione Friuli Venezia Giulia e in 2.000 a favore dei controinteressati e ricorrenti incidentali
Il ricorso era stato presentato ai giudici amministrativi dalla coalizione uscita sconfitta dalle elezioni del 21 e 22 aprile, dopo che il presidente uscente, Renzo Tondo (Pdl) era stato battuto da Debora Serracchiani (Pd)
con circa 2.000 voti di scarto. Nonostante lo stesso Tondo si fosse tenuto fuori dall’iniziativa, il Pdl aveva voluto comunque chiedere una verifica sull’attribuzione dei voti. A sostegno della propria tesi il fatto che erano state considerate nulle ben 12 mila schede, e che di quelle contestate in sede di scrutinio tutte erano poi state attribuite al candidato del centrodestra. ‘Un vulnus o comunque un dubbio interpretativo – aveva sostenuto il
capogruppo Pdl Alessandro Colautti – sulla volonta’ realmente espressa dai cittadini del Fvg che sono andati a votare’.
Opinione contraria, invece, quella del Pd, secondo cui non c’e’ alcun elemento oggettivo che possa condurre automaticamente alla conclusione che i 12 mila voti nulli fossero automaticamente da attribuire a Tondo. I democratici contestavano anche l’ipotesi che nel conteggio fossero ‘sparite’ settemila schede, frutto semplicemente, a loro detta, di errori nella compilazione dei verbali di seggio.