Quali sono le loro proposte? Realizzare solo fuochi simbolici di pochi minuti con legna non trattata, spiegando alle persone le motivazioni che hanno condotto a tale scelta, oppure, come ha deciso la Pro Loco di Sacile, non fare il Pignarûl,
Perché mai? Perché bruciare biomasse all’aperto produce particolato atmosferico (PM 2,5 e PM10) che sappiamo essere cancerogeno. L’esposizione a tali polveri aumenta qualora si utilizzino i residui di potatura delle viti normalmente trattate, di sempreverdi, nel caso di ristagno d’aria o di non completo spegnimento dei fuochi.
L’aumento delle polveri sottili in concomitanza del Pignarûl è stato registrato sia dall’ARPA FVG con campagne effettuate nel 2014 a Sacile e nel 2011 a Udine, sia dall’Associazione Allergie e Pneumopatie Infantili che già due anni fa aveva rilevato picchi importanti di PM 2,5. L’Associazione attualmente, sta conducendo studi sull’inquinamento atmosferico, rientranti in progetti dell’Unione Europea e del Ministero della Salute con attenzione particolare all’impatto sui bambini.
Il mancato falò potrà diventare l’occasione per accendere l’interesse anche su temi e problemi di portata generale quali la qualità dell’aria, le patologie correlate e il cambiamento climatico. E’ un modo intelligente di declinare la tradizione al futuro. Insomma una tradizione che promuove cultura.
Una lettera in proposito è stata inoltrata anche alla Presidente Seracchiani.