Estetiste ed acconciatori lanciano petizione “stop abusivismo”

Estetiste ed acconciatori lanciano petizione “stop abusivismo”

L’ultimo pressing prima della firma del nuovo Decreto del Governo per regolamentare le attività nelle prossime settimane a fronte della persistenza della pandemia. I presidenti Tilatti, Ponta e Miot: «Mettiamo al primo posto la salute, la sicurezza che le nostre aziende garantiscono grazie a una rigorosa applicazione delle norme anti Covid».

Confartigianato Fvg in prima linea per la petizione «Stop abusivismo. Riaprire in zona rossa parrucchieri, barbieri e centri estetici», lanciata dalla Confederazione nazionale su charge.org affinché il Governo di Roma ascolti il grido d’allarme di queste categorie e modifichi con il nuovo imminente Decreto-legge lo stop delle attività del comparto benessere introdotto con il decreto del 2 marzo scorso. Quel documento ha infatti negato la possibilità di lavorare in zona rossa non solo agli estetisti, come era già accaduto nel lockdown della Primavera 2020, ma anche a parrucchieri, barbieri. Sono con le serrande abbassate, inoltre, tatuatori, massaggiatori, onicotecnici ed altri.

«Siamo convinti che al primo posto dobbiamo mettere la salute e la sicurezza dei nostri concittadini», premettono all’unisono il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, e le presidenti Loredana Ponta per gli Acconciatori e Samantha Miot per le Estetiste. «Proprio per questo – aggiungono – il nostro appello è ancora più accorato: le attività che rappresentiamo hanno ottemperato a tutte le norme in ordine alla sicurezza e alle disposizioni anti Covid e sono perciò in grado di cooperare, lavorando, per salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone. Lasciando le serrande abbassate, invece, non facciamo altro che promuovere abusivismo e con esso mettere a rischio la salute delle persone e la vita delle nostre aziende».

Non si può non pensare, inoltre, «al presente e al futuro di queste aziende che, pur avendo ottemperato a ogni norma prevista in questo periodo di pandemia, rischiano di dover chiudere per una situazione che si fa insostenibile anche per la previsione di criticità importanti lungo l’intero mese di aprile».

Da qui il pressing, anche attraverso la petizione, affinché il Governo modifichi le prescrizioni attualmente in vigore e consenta di tornare al lavoro a tutte le attività legate al settore benessere. «Sarebbe un segnale incoraggiante per la salute delle persone e per la tenuta del nostro tessuto imprenditoria. Salute e lavoro per la vita», concludono Tilatti, Ponta e Miot.