Prima che da un’idea, folle e visionaria come tutte le idee in anticipo sui tempi, si può dire il Far East Film Festival sia nato da un colpo di fulmine. Il colpo di fulmine per un capolavoro che, nell’ormai remoto 1994, sembrava caduto giù da Marte: Hong Kong Express di Wong Kar-wai (Chungking Express, per i puristi). Cinque anni più tardi, il 10 aprile 1999, i riflettori internazionali si accendevano per la prima volta sul festival udinese e ora, ora che il festival udinese è diventato l’epicentro europeo del cinema asiatico e sta per tagliare il traguardo del ventennale, ecco che il cerchio si chiude. Simbolicamente. Magnificamente.
Un vero e proprio passaggio del testimone – lontano dalle tentazioni autocelebrative, lontano dal reducismo – tra le radici piantate, curate, viste crescere per vent’anni e tutti i sogni che verranno…
Se venerdì 20 aprile, dunque, inizierà ufficialmente il viaggio del Far East Film Festival 20, offrendo al pubblico una Opening Night davvero memorabile (il super spy action coreano Steel Rain, condiviso con Netflix, e la preview mondiale del thriller malesiano Crossroads: One Two Jaga), ecco appunto che sabato 21 aprile si chiuderà il cerchio: non solo perché, alle 20.00, verrà proiettato Hong Kong Express, e già basterebbe, ma perché sul palco del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” salirà “lei”. La regina. La diva. Sua Maestà Brigitte Lin Ching Hsia, dea inafferrabile, che di Hong Kong Express è stata e sempre sarà l’icona!
Super Ospite con la “esse” e la “o” maiuscole, Brigitte Lin Ching Hsia verrà premiata con il Gelso d’Oro alla Carriera, sarà accompagnata dalla leggendaria produttrice hongkonghese Nansun Shi (nuovamente a Udine dopo aver ricevuto, a sua volta, il Gelso d’Oro alla Carriera nel 2015) e verrà anche omaggiata con una piccola e preziosa retrospettiva al Visionario (omaggio nell’omaggio, la prima europea del Cloud of Romance (1977), appena restaurato dal Taiwan Film Institute).
Per un inizio memorabile, ovviamente, ci sarà anche una Closing Night (sabato 28 aprile) altrettanto memorabile, altrettanto unica, perché riassume tutto il senso del ventesima edizione: lo sguardo puntato sul futuro, con il thriller indonesiano Night Bus, e il cuore fedelissimo al passato, con il restauro dello splendido Throw Down di Johnnie To (è una vera e propria missione, ormai: dopo Made in Hong Kong, riportato letteralmente alla luce l’anno scorso, è il secondo restauro che impegna il FEFF e L’immagine ritrovata di Bologna).
9 giorni di grande cinema. 9 giorni di grande passione. 9 giorni di full immersion nel cuore dell’Asia. Un programma tanto intenso quanto diversificato, messo a punto nell’arco di un anno intero operando su mille fronti: quello geografico (11 cinematografie: Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Singapore, Thailandia, Taiwan, Vietnam), quello artistico (5 anteprime mondiali, 9 internazionali, 21 europee, 3 anteprime mondiali di film restaurati), quello tecnico (a proposito di futuro: sono 14 i titoli selezionati per Focus Asia, il project market del FEFF, e 15 i professionisti selezionati per Ties That Bind, il workshop internazionale Asia-Europa – più di 150 i partecipanti, da 35 paesi).
Il dato più incredibile di quest’anno? 21 dei 55 titoli in concorso, su 81 titoli complessivi, sono opere prime o seconde. Un autentico tesoro. Un autentico vivaio di cineasti asiatici del futuro che hanno fatto di tutto per approdare a Udine e che Udine ha fatto di tutto per arruolare!
Non era mai capitato nella lunga storia del Far East Film Festival e il Far East Film Festival, guardando avanti, ha deciso di non sottoporre i “Fab 21” soltanto all’esame degli spettatori (da sempre, ricordiamo, arbitri supremi della classifica finale), ma anche di una giuria internazionale altamente qualificata. Tre i componenti: il produttore hongkonghese Albert Lee, il produttore americano Peter Loehr e lo sceneggiatore italiano Massimo Gaudioso, firma storica del cinema di Garrone.
Ai tradizionali audience awards udinesi per il miglior film, il Gelso d’oro assegnato dal pubblico e il Gelso nero assegnato dagli accreditati Black Dragon, si aggiungerà quindi il Gelso bianco per la migliore opera prima o seconda assegnato da Lee, Loehr e Gaudioso.
Far East Film Festival 20. 10+10. Una somma. Una somma di capitoli, di esperienze, di viaggi, ma anche (soprattutto?) una somma di lontananze, geografiche e culturali, che la matematica si è divertita a fondere assieme. Oriente e Occidente. Europa e Asia. Udine e il mondo. Asimmetrie più armoniche di quanto sembri. Gemelli non certo identici ma, comunque, gemelli.