Il 2022 riporta Far East Film alla sua dimensione storica. Il FEFF torna ad essere quello che, dal 1999, è sempre stato, ma porta con sé anche l’impronta di tutti gli ultimi cambiamenti: è un Festival aumentato, inclusivo, ancora più curioso di conoscere e guardare. Se negli ultimi due anni Far East Film è stato infatti costretto a reinventarsi, a rileggere con parametri diversi la propria formula, questi ultimi mesi hanno generato un’accelerazione tanto improvvisa quanto meravigliosa: un’onda di nuova energia, una frenesia vitale da cui ha preso, appunto, forma la ventiquattresima edizione.
Il ragionevole timore che i film da selezionare fossero pochi (pensiamo alle lavorazioni interrotte, ai set smantellati, alle date di uscita annunciate e poi slittate per mesi) è stato spazzato via dalle tantissime richieste pervenute al FEFF: i produttori e i distributori asiatici hanno riconosciuto Udine come fondamentale trampolino di lancio in Occidente. Il numero delle submission e quello dei titoli visionati parlano chiaro: oltre 400. Possiamo dire con assoluta certezza, cioè, che i filmmaker dell’Estremo Oriente hanno sentito più che mai l’urgenza di raccontare storie e soprattutto di raggiungere un pubblico. Hanno sentito la voglia di esserci, di esprimere attraverso l’arte il loro punto di vista sulla realtà. Il FEFF 24 sarà quindi, ancora una volta, una celebrazione collettiva del cinema asiatico, della sua industria e dei suoi autori. Una celebrazione che si svolgerà in sala – perché il cinema è cinema quando raggiunge il grande schermo! – ma che potrà contare anche sullo streaming, eredità felice di un lungo periodo complicato: la sezione online diventa una sezione stabile del Festival.
Il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” con i suoi 1200 posti riprenderà saldamente il suo ruolo di quartier generale e verrà affiancato dal Visionario, avamposto delle sezioni speciali e delle retrospettive. La selezione del 2022 comprenderà complessivamente 72 titoli di cui 42 in concorso (13 anteprime mondiali, 18 internazionali, 11 europee e 13 italiane). Saranno 10 le cinematografie asiatiche rappresentate, 15 i paesi coinvolti (tra cui, novità assoluta, anche il nostro paese con una coproduzione Italia-Cina). Il numero delle donne registe sale a 12 (di cui 8 nella sezione competitiva). 28 titoli della line-up saranno disponibili sulla piattaforma gestita da MYmovies per tutta la durata del FEFF con la sola eccezione di 4 film che verranno presentati online una volta soltanto a un orario specifico: Popran, la commedia surreale del regista giapponese Ueda Shinichiro (ricordate il fenomeno One Cut Of The Dead?), il gangster movie coreano Tomb of the River, il film rivelazione filippino Leonor Will Never Die e il classico restaurato Manila by Night).
Gioca sul tema delle connessioni il FEFF 24: quelle fisiche e quelle elettroniche, quelle geografiche e quelle emotive. Connessioni che, come nei mandala contemporanei di Lorenzo Ulian cristallizzati nel poster di Roberto Rosolin, ricamano l’architettura di un sistema: nove giorni di film e di incontri, nove giorni in cui gli spettatori di tutto il mondo diventano un corpo unico. Nel cuore del FEFF 24, supportato dai main sponsor Amga Energia e Servizi (Gruppo Hera), Credifriuli (gruppo BCC Iccrea) e Natisa Srl, ritroveremo ovviamente i FEFF Events, pronti a trasformare Udine in una coloratissima Asian Zone, il FEFF Campus, la scuola di giornalismo per giovani talenti orientali e occidentali capitanata da Mathew Scott, e le traiettorie Industry del Festival, con Focus Asia e Ties That Bind, l’unico workshop al mondo dedicato alla coproduzione tra Asia ed Europa.
THE ITALIAN RECIPE, VARIAZIONE CONTEMPORANEA SUL TEMA DI VACANZE ROMANE, APRIRÀ UFFICIALMENTE IL FEFF 24
Sarà The Italian Recipe (La ricetta italiana), diretto dalla regista Hou Zuxin, ad aprire ufficialmente il Far East Film Festival 24 in anteprima mondiale venerdì 22 aprile. Un’irresistibile commedia romantica cinese che contiene tantissima Italia: sul fronte delle location (dai Fori Imperiali alla scalinata di Trinità dei Monti, dalla Fontana di Trevi al lungo Tevere), sul fronte della crew e, aspetto non certo consueto, sul fronte coproduttivo. Al fianco della Cina, infatti, troviamo l’Orisa Produzioni di Cristiano Bortone e la Dauphine Film Company di Roberta Manfredi e Alberto Simone, con Rai Cinema e con il sostegno della Regione Lazio, Fondo Lazio Cinema International e il supporto di Roma Lazio Film Commission (senza dimenticare la Lightburst Pictures di Berlino). E cosa dire, poi, del nume tutelare della storia? Stiamo parlando di Antonino Cannavacciuolo! Il gigante buono di Masterchef, pluristellato Michelin, è l’idolo di Mandy la protagonista del film, innamorata delle sue ricette e della sua cucina. Sì, perché Mandy vive in Italia, a Roma, ed è a Roma che arriva anche Peng (deve prendere parte a un famoso reality). Sarà una serie di imprevisti a farli incontrare, ma dovremmo dire scontrare, e sarà una lunga notte romana a trasformare quell’incontro-scontro, quella collisione di caratteri e di spigoli sociali, in una tenera love story… Difficile non pensare immediatamente, affettuosamente, a Gregory Peck e Audrey Hepburn: Liu Xun e Huang Yao (applaudita al FEFF 19 per The Crossing) danno vita a un brillante gioco di coppia e ci regalano una centratissima variazione contemporanea sul tema di Vacanze romane.
TAKESHI KITANO, L’ULTIMO SAMURAI
Ci sono artisti con cui ognuno di noi cammina assieme per tutta la vita. Attori, scrittori, cantanti. Artisti che non ci lasciano mai soli, artisti che si prendono sempre cura del nostro bisogno di bellezza. Li troviamo dentro un film, dentro un libro, dentro una canzone. È come tornare a casa. È come fermare le lancette. Non importa quanto cambiamo, quanto ci muoviamo: loro sono là. Rassicuranti. Solidi. Necessari. E uno di loro, senza ombra di dubbio, è Takeshi Kitano. Il Far East Film Festival 24 realizza un sogno veramente meraviglioso (non è possibile dirlo con meno enfasi): il sogno di premiare uno dei colossi della scena mondiale. Un artista, appunto, che cammina da più di trent’anni assieme a chi ama il cinema. Non solo il cinema asiatico. Un artista leggendario che riceverà il Gelso d’Oro alla carriera e farà volare il cuore del pubblico! I discepoli del Kitano più nero (rivedremo due cult: Sonatine e Battle Royale), i discepoli del Kitano più luminoso, scoperto guardando Il silenzio sul mare, i discepoli che lo hanno scoperto (e continueranno a scoprirlo) nell’arco del tempo.
STEPHY TANG, LA STELLA DI HONG HONG
Sul red carpet del FEFF, storicamente, non sono mai mancate le dive. E la bellissima Stephy Tang (serve sottolinearlo?) è una diva con la D maiuscola. Una vera e propria celebrità, non solo per lo star system hongkonghese, la cui carriera ha sempre scintillato: sia quella di pop idol, quando capitanava la band tutta femminile delle Cookies, sia quella di attrice (l’Hong Kong Film Critics Society Award ha incoronato cinque anni fa la sua grande interpretazione in The Empty Hands). Per la primissima volta a Udine, dopo numerosi titoli passati al FEFF
fin dal 2002 (tra cui, ovviamente, lo stesso The Empty Hands), Stephy accompagnerà sul palco Twelve Days, acuta riflessione sul romanticismo contemporaneo, e Table for Six.
MANILA STATE OF MIND
Parte della fascinazione di noi occidentali verso l’Oriente deriva dalla bellezza misteriosa e contraddittoria delle metropoli asiatiche. Lasciandosi ispirare da questa suggestione, il FEFF si concentra per la prima volta su una di esse e raccoglie, in un specifico percorso monografico, capolavori recenti e cult del passato. Sei film, cioè sei diversi sguardi cinematografici, racconteranno appunto Manila, una delle megalopoli più conturbanti, provocatorie, complesse del mondo. Visions of Manila in Philippines Movies ne descriverà la bellezza e le contraddizioni, camminando sul filo sottile che unisce la realtà, i sogni, il contesto sociopolitico, la vita quotidiana dei ricchi e dei poveri.
LE CONSEGUENZE DELL’AMORE
Nel 2019 il FEFF ha indagato sulle strane coppie dei gemelli cinematografici, i film in cui l’Oriente si misura col proprio “doppio” occidentale e viceversa. Ora, sempre mantenendo la linea del dialogo tra stili e culture, l’analisi di The Odd Couples indagherà un’altra simmetria: quella dell’amore interraziale. Un tema sicuramente tabù per il cinema hollywoodiano degli anni d’oro e, come purtroppo sappiamo, anche per una parte della società contemporanea.
BEST OF THE BEST
Negli ultimi due anni, due anni terribili, il cinema asiatico ha espresso alcuni grandi film che hanno trovato spazio nelle line-up dei Festival di Cannes, Venezia, Berlino e Roma. Film che rispecchiano una vibrante vitalità artistica ma anche film la cui visibilità ha dovuto confrontarsi con i fattori extracinematografici che si stavano moltiplicando. Ed è per questo, come atto di devozione e di generosità verso il cinema asiatico, che il FEFF 24 ha immaginato uno spazio speciale, out of competition, dove dare a quel viaggio una nuova strada: sette grandi titoli che tornano, giustamente, sotto i riflettori.
MAKING WAVES – NAVIGATORS OF HONG KONG CINEMA
Sono trascorsi 25 anni dal ritorno di Hong Kong alla Cina. Un quarto di secolo che ha portato a cambiamenti e trasformazioni. Un quarto di secolo che vede però confermate le caratteristiche del cinema dell’ex colonia britannica: l’unicità e l’originalità. Il FEFF 24 sarà la prima tappa di un tour che porterà nelle capitali del mondo un pacchetto di film Made in HK incentrato su capolavori del passato e opere di nuovi autori. I 13 titoli hongkonghesi della line-up del FEFF rappresentano un chiaro omaggio alla città del porto profumato. In partnership con CreateHK e con il supporto dell’Hong Kong Economic and Trade Office di Brussels.
LA PAROLA AI GIURATI
Se, come sempre, sarà il pubblico e solo il pubblico a stabilire i tre film che saliranno sul podio del Far East Film Festival 24, spetterà invece a due giurie specializzate il compito di assegnare il Gelso Bianco per la miglior opera prima e il Gelso per la miglior sceneggiatura (altra novità assoluta di quest’anno): si tratta, rispettivamente, dei mitici Manetti Bros con la direttrice del Festival di Rotterdam Vanja Kaludercic e di alcuni giurati del Premio Premio internazionale alla miglior sceneggiatura “Sergio Amidei” di Gorizia, cioè Massimo Gaudioso, firma storica del cinema di Garrone, Doriana Leondeff, firma storica del cinema di Soldini e Mazzacurati, Francesco Munzi (suo il pluridecorato Anime nere) e la produttrice Silvia D’Amico. La collaborazione tra il FEFF e il Premio Amidei, ricordiamo, andrà avanti nel tempo e segna il primo passo condiviso nell’ottica di GO! 2025, il progetto che si sta sviluppando in Friuli Venezia Giulia e in Slovenia attorno a Nova Gorica/Gorizia, Capitale Europea della cultura 2025.