Se stai lanciando la tua opera prima e scegli di definirla «un sogno di cose oscure e ingarbugliate», o sei decisamente poco tagliato per il marketing o sei… David Lynch. Ecco perché lo strano ragazzo del Montana, così libero, temerario e anticonformista, mancherà sempre tantissimo ai suoi estimatori. Ed ecco perché il Visionario ha scelto di salutarlo con Forever Lynch, sfogliando cioè alcuni tra i suoi incredibili «sogni di cose»: dalle pagine struggenti di The Elephant Man (1980) agli enigmi noir di Strade perdute (1997), dalla poesia quotidiana di Una storia vera (1999) al sontuoso viaggio onirico di Mulholland Drive (2001). Senza dimenticare la lezione Vedere il buio – Il cinema di David Lynch che Roy Menarini, critico e storico del cinema, terrà martedì 18 marzo alle 17.00.
Si comincia domenica 2 febbraio con la doppia proiezione (ore 11.00 e ore 21.30) di The Elephant Man in lingua originale e sottotitoli italiani, nella versione restaurata cinque anni fa sotto lo sguardo vigile dello stesso Lynch. La storia di John Merrick, l’uomo elefante, il freak della Londra vittoriana proto-industriale deformato da una malattia e sfruttato come fenomeno da baraccone. Un’opera epocale che ha cambiato per sempre le regole dell’horror, invertendo le dinamiche tra “mostro” e spettatore. Chi ha paura di chi?
«Forever Lynch – commentano al Visionario – non è (e non vuole essere) una rassegna: è soltanto un modo per dire grazie a un prodigioso creatore di visioni. E per condividere questo grazie con il pubblico».