Trieste, 15 ott – “L’innovazione tecnologica non può e non
deve prescindere da una dimensione sociale, alla quale si
aggiunge l’adesione al principio dell’apprendimento permanente.
Le nuove tecnologie e la digitalizzazione sono il presente e il
futuro, ma il valore della persona all’interno della comunità
resta, e, addirittura, assume ulteriore importanza nel contesto
attuale. Con 270 mila euro del Fondo Sociale Europeo stiamo
finanziando nuovi corsi di alta formazione per il programma
‘Digital Industrial Innovation Manager’, e inediti modelli
finalizzati a trasferire esperienze e competenze lavorative. Si
tratta di percorsi dedicati a due fasce di lavoratori: un ramo si
rivolge a manager, dirigenti, proprietari d’azienda e
amministratori delegati. L’altro costituisce un corso di
formazione di operai per altri operai. Proprio questo secondo
aspetto merita un approfondimento: il formatore non è un docente,
un accademico o un teorico, bensì un operaio che ha già maturato
competenze digitali e racconta di quanto sia migliorato il suo
lavoro grazie alla crescita legata all’innovazione e alla
digitalizzazione. Il percorso verso l’orizzonte dell’Industria
4.0 è tracciato; adesso si tratta di proseguirlo nella maniera
corretta, con il coinvolgimento di tutti i soggetti portatori di
interesse”.
Questi, alcuni dei punti cardine della strategia della Regione
per il settore formativo rivolto all’occupazione e connesso con
l’innovazione delle imprese e le nuove tecnologie, che sono stati
ribaditi dall’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen,
intervenuta alla videoconferenza su ‘Lavoratori anziani e
industria 4.0’ organizzato dalla Direzione Inail Friuli Venezia
Giulia e dall’Università di Udine.
L’assessore, nel portare il saluto della Giunta regionale, ha
ricordato l’impegno dell’Amministrazione sui temi considerati,
anticipando che il prossimo anno sarà Trieste a ospitare il forum
sull’invecchiamento attivo: l’Assisted and Active Living.
“Stiamo lavorando – ha detto Rosolen – per creare i presupposti
affinché, da un lato prosegua il processo che porta
all’innovazione e al progresso e, dall’altro, anche i lavoratori
più esperti siano messi nelle condizioni di arricchire il proprio
bagaglio di competenze e continuare a prestare un’attività
lavorativa utile, preziosa e gratificante”.
Ma la sfida più importante, ha ricordato Rosolen, dev’essere di
carattere culturale, ed è legata all’innovazione sociale e
all’acquisizione di nuovi modelli che superino il pregiudizio che
abbina l’ingresso nell’età anziana con l’avvio di una fase
crepuscolare.
“La Regione – ha aggiunto l’assessore – sta lavorando su molti di
questi aspetti, a partire dal mondo della scuola, con un percorso
didattico e formativo che accompagna la persona nella sua
crescita. Dall’istruzione alla formazione permanente, fino al
lavoro, il passaggio del testimone tra generazioni diverse
costituisce un momento molto delicato, che può avvicinare persone
di età diverse e rendere consapevoli del ruolo complementare
interpretato all’interno della comunità, anche in una fase
critica come quella che stiamo affrontando”.
L’invecchiamento attivo, per Rosolen, si interseca, poi, con il
trasferimento delle competenze personali e umane che i
lavoratori, nel corso della loro vita, hanno già acquisito, ma
anche con un percorso diverso che la Regione ha appena attivato
con la legge 18, rivolto al welfare aziendale. La norma intende
spostare l’azione dell’Amministrazione dal semplice aiuto e dal
sostentamento dei figli a un’attenzione rivolta alla
responsabilità sociale d’impresa e ad azioni proattive,
finalizzate a garantire il rispetto nei confronti dei lavoratori.
“La politica – ha chiuso Rosolen – ha il dovere di accompagnare
un percorso volto a offrire nuove prospettive ai nostri
cittadini, in una società che sta mutando e nella quale sta
progressivamente aumentando l’età media, con l’obiettivo di
garantire lavoro e uno stato sociale soddisfacente per tutte le
fasi di età”.
ARC/CM/al
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