“Questa iniziativa risponde alla grande attenzione che Confindustria Udine rivolge a tutte le attività culturali. “Friûleconomy” tocca i sentimenti di tanti miei colleghi imprenditori, ripercorrendo i momenti difficili e quelli di sviluppo della nostra storia economica. Friûleconomy è anche la nitida fotografia del Friuli di oggi dal momento che mette in risalto i fattori competitivi che ci permettono di avere ancora una componente manifatturiera significativa legata alla continuità familiare. Questa, di generazione in generazione, ha saputo tramandare esperienze e valori, gli stessi valori che sono propri anche di un’Associazione come Confindustria Udine”.
E’ quanto ha dichiarato Matteo Tonon, presidente di Confindustria Udine, intervenendo a palazzo Torriani alla presentazione da parte del Gruppo Cultura di Confindustria Udine del “Friûleconomy – 70 anni di libero mercato raccontati dai friulani” di Massimo De Liva.
“Uno degli obiettivi che ci siamo dati come Gruppo Cultura – ha detto il delegato alla Cultura di Confindustria Udine, Damiano Ghini – è quello di trasformare la cultura in valore economico. E non ci vedo niente di male: l’Italia è il paese più bello del mondo, ma purtroppo genera pochissimo profitto economico dalla cultura. Per questo ci stiamo attivando per ripianificare le modalità nel fare gli eventi culturali”. Ghini, poi, si è soffermato sul messaggio intrinseco di Friûleconomy: “Non esiste presente senza conoscere il passato. Dobbiamo cercare le nostre radici per trovare nuovo slancio economico”.
Nel presentare il suo libro, De Liva ha ricordato come nella ultrasecolare storia economica del Friuli non ci siano mai stati altrettanti periodi caratterizzati da cosi tanti cambiamenti e trasformazioni come quelli avvenuti tra il 1946 e il 2014. Attraverso la testimonianza diretta di 170 friulani il volume, in 270 pagine ricche di cifre, curiosità e aneddoti, ricostruisce i cambiamenti di tutti i settori dell’economia friulana (dall’agricoltura al terziario, passando ovviamente anche per l’industria) provando anche a tratteggiare gli scenari futuri dell’economia in Friuli.
“FriulEconomy” è anche la storia di tanti friulani che ce l’hanno fatta, spesso partendo da zero. La voglia di fare e di non arrendersi mai dinanzi alle difficoltà è il filo conduttore dei tanti micro-racconti che si alternano nel libro: un Friuli che sa sempre rinascere dalle rovine e dalle macerie, così come è successo nel secondo dopoguerra o dopo il terribile terremoto del 1976, e come – lascia intendere lo stesso De Liva – succederà ora pure al cospetto di questa lunga crisi economica.
Il volume si prospetta come un’opera corale che affianca alle testimonianze di tanti personaggi noti la voce di persone magari meno conosciute – imprenditori, artigiani, manager, agricoltori, assicuratori, commercianti, industriali, impiegati, etc. – sempre in prima linea a riaffermare i valori di tenacia e di laboriosità propri di questa terra. Il viaggio di De Liva ci conduce per mano in un Friuli che, in settant’anni ha subito un cambiamento radicale: innovazione e internazionalizzazione sono oggi le parole d’ordine. Un libro che racconta il passato, parla del passato e presenta il futuro…con una punta di ottimismo.