Friuli 1976 – 2016. Epicentro di saperi A 40 anni dal terremoto in Friuli Venezia Giulia

Friuli 1976 – 2016. Epicentro di saperi A 40 anni dal terremoto in Friuli Venezia Giulia

7 da sinistra Stefano Grimaz, Alberto De Toni, Nicoletta Vasta, Gian Luca Foresti

Sono oltre quaranta le iniziative organizzate per il quarantennale del terremoto in Friuli dall’Università di Udine, istituita per volontà popolare come una delle azioni fondamentali della ricostruzione. Il calendario delle attività previste è intitolato “Friuli 1976 – 2016. Epicentro di saperi”, con un logo studiato per l’occasione. Filo conduttore del programma è la memoria storica dell’evento e il contributo innovativo fornito dall’Ateneo allo sviluppo culturale, economico e sociale del Friuli, come previsto dall’articolo 1 del suo Statuto. Fino alla fine dell’anno le iniziative interesseranno Udine, Gemona del Friuli, Gorizia, Pordenone e Venzone. Il calendario è disponibile online sul sito internet dell’Ateneo all’indirizzo http://www.uniud.it/it/ateneo-uniud/ateneo-uniud/eventi-istituzionali/epicentro-di-saperi e sarà via via aggiornato con eventuali integrazioni o variazioni. L’Ateneo infatti è ancora disponibile ad arricchirlo con nuove proposte provenienti dal territorio e dalla comunità accademica.

Il calendario delle iniziative è stato presentato oggi dal rettore, Alberto De Toni; dal delegato per il 40° del terremoto, Stefano Grimaz, e dai delegati per le sedi di Gorizia, Nicoletta Vasta, e di Pordenone, Gian Luca Foresti.

«Il programma – ha detto De Toni – evidenza il contributo strutturale che l’Ateneo ha dato, sta dando e intende ulteriormente fornire come catalizzatore d’innovazione e progettista del futuro, e il suo ruolo attivo e propositivo non solo nei settori strettamente legati all’emergenza sismica e alla ricostruzione, ma in tutte le poliedriche competenze e capacità specialistiche che lo caratterizzano e che contribuiscono allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli».

“Friuli 1976 2016. Epicentro di saperi” prevede, fra gli altri, convegni, eventi collettivi, lezioni aperte, mostre, proiezioni di documentari e di filmati d’epoca, pubblicazioni, ricerche, seminari, visite guidate, workshop, un concorso fotografico, un’esercitazione internazionale, un premio di laurea e una scuola estiva.

Due gli eventi di riferimento che si segnalano anche per il loro valore simbolico.

Il primo, venerdì 6 maggio, data della prima grande scossa del 1976, sarà il “Safety Day”. La comunità universitaria dei tre poli di Udine, Gorizia e Pordenone verrà chiamata nel corso della mattina a una prova di evacuazione generale di tutte le sedi. Al rientro, studenti e docenti parteciperanno a incontri su sicurezza e prevenzione, e per riflettere sui valori che allora consentirono alla popolazione colpita dal sisma di riprendersi e rinascere, e che ancor oggi possono essere un riferimento per gli amministratori pubblici e la classe dirigente in generale.

Il secondo, dal 12 al 18 settembre, a Portis Vecchio in Comune di Venzone, sarà l’esercitazione internazionale SERMex 40°, l’International training school in Seismic Emergency Response management organizzata da Ateneo, Protezione civile regionale, Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Comune di Venzone e Associazione Sindaci Terremoto. L’esercitazione si terrà nella località abbandonata dopo il terremoto, ma che presenta ancor oggi uno scenario realistico per addestramenti in scala reale su edifici danneggiati dal sisma. Il pubblico potrà assistervi grazie a spazi appositamente allestiti.

Inoltre, diverse iniziative si terranno nell’ambito della seconda edizione di Conoscenza in festa, il festival dei nuovi saperi, promosso dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), che si terrà a Udine dal 1° al 3 luglio.

«Il programma – ha spiegato Stefano Grimaz – vuole richiamare in modo simbolico il Dna della nostra Università, nata come strumento di rinascita dopo il disastroso terremoto del 1976. In risposta a tale epicentro di distruzione con il nome “Epicentro di Saperi” l’Ateneo vuole sintetizzare il ruolo che ha avuto ed intende ancora avere per lo sviluppo sociale, economico culturale del territorio friulano».

Tutti gli eventi organizzati dall’Università di Udine sono inseriti anche nell’ambito del programma “Identità e rinascita. 1976-2016, il Friuli Venezia Giulia a quarant’anni dal terremoto”, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia. L’Ateneo partecipa inoltre ad alcuni eventi ufficiali in raccordo con enti e istituzioni a livello regionale.

A Gorizia saranno gli studenti i protagonisti delle attività previste per il quarantennale. Al centro delle iniziative il tema della comunicazione del rischio. In particolare, «un gruppo di lavoro – ha spiegato Nicoletta Vasta – si occuperà della leggibilità e dell’efficacia comunicativa dei segnali di emergenza e delle procedure di evacuazione predisposti dall’Università, con analisi, proposte migliorative e di buone pratiche. Sarà inoltre attivato un percorso laboratoriale che studierà l’attività svolta, soprattutto tramite social network e nuove tecnologie, dai gruppi di partecipazione attiva nel medio-lungo periodo, al di là delle situazioni di stretta emergenza».

A Pordenone l’Ateneo «caratterizzerà l’anniversario con due iniziative di particolare valenza scientifica», ha sottolineato Gian Luca Foresti. «Il laboratorio Nume, diretto da Leopoldina Fortunati, si occuperà dell’uso delle tecnologie multimediali per l’analisi delle procedure di evacuazione, in particolare – ha spiegato Foresti – con il confronto tra un’evacuazione programmata e una non programmata; il laboratorio Avires sta invece progettando e realizzando una applicazione, denominata Athena, per la gestione delle emergenze in edifici e aree pubbliche».

La nascita dell’Università di Udine
Dopo il devastante sisma del ‘76, la popolazione e le istituzioni locali si mobilitarono per raccogliere le firme necessarie (almeno 50 mila) per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare e chiedere la nascita di un’università in Friuli. Le firme furono circa 125 mila, molte delle quali raccolte nelle tendopoli post terremoto. Il Friuli ottenne l’Università grazie a una norma contenuta nella prima legge organica di finanziamento della ricostruzione: l’articolo 26 della legge 548 dell’8 agosto 1977. La norma trovò attuazione il 6 marzo 1978 con il decreto del Presidente della Repubblica n. 102 (Gazzetta Ufficiale n. 102 del 13 aprile 1978) che istituì e diede avvio all’Università degli Studi di Udine, voluta, unica nel panorama italiano, per volontà popolare. L’attività accademica iniziò il primo novembre 1978.