“Se oggi il Friuli Venezia Giulia è in grado di dare una risposta tempestiva e di riconosciuta efficacia agli effetti della pandemia, questo è grazie anche al modello di Protezione civile regionale che è stato edificato sulle macerie del terremoto di 44 anni fa. Oggi dobbiamo avere la lucidità di attualizzare questa nostra eccellenza perché sia sempre più in grado di rispondere a calamità impreviste e inusitate, come fu quel sisma che inferse lutti e sconvolse la nostra comunità regionale”.
Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, che questa sera si è recato a Gemona per la commemorazione delle vittime del 1976, presente insieme all’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli e, tra le altre autorità, al sindaco Roberto Revelant.
“Mentre sostiamo commossi al ricordo delle vittime del ’76 – ha rilevato Riccardi -, l’emozione di ferite mai cicatrizzate nelle nostre famiglie si lega al pensiero dei corregionali strappati alla vita dal Covid-19, spesso persone anziane, patrimonio di affetti e depositarie di quella memoria collettiva che custodisce le radici”.
“Quarantaquattro anni fa alla mobilitazione dei volontari che permise di salvare vite e lenire ferite – così il vicegovernatore – seguì l’elaborazione di un paradigma di Protezione civile avanzato. L’esperienza del terremoto ci insegna che la generosità è vitale, perché nasce dalla forza di una comunità, ma che da sola non sarebbe bastata dopo il 1976, così come non basta oggi, perché solo un modello organizzativo razionale, consolidato e continuamente aggiornato può fronteggiare eventi catastrofici”.
Il vicegovernatore ha ricordato che “oggi la nostra Protezione civile regionale, che è tra le più avanzate del mondo, affiancandosi a un sistema sanitario di grandi professionisti, è capace di dare risposte che spaziano dalla logistica al supporto per la quotidianità delle persone fragili”.
Certamente, ha aggiunto Riccardi, “il Friuli non ha mai dimenticato la solidarietà ricevuta nel 76 e oggi, grazie alla configurazione del suo sistema di protezione civile e sanitario, è in grado di continuare a ripagare quanto ricevuto, accogliendo per esempio i pazienti Covid dalla Lombardia o intervenendo a supporto della Croazia colpita dal terremoto in piena emergenza coronavirus”. “E’ bene ripeterselo nel doloroso anniversario del terremoto: la sfida che abbiamo davanti è – ha concluso Riccardi – permanente ed è di rendere il nostro sistema di soccorso e reazione sempre più integrato e tecnologicamente avanzato per essere applicato a calamità che possono essere impreviste, senza precedenti e addirittura dalla incerta lettura scientifica come nel caso del coronavirus”.