Friuli: aziende sanitarie, le più virtuose

Friuli: aziende sanitarie, le più virtuose

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Il Friuli Venezia Giulia è al primo posto fra le regioni con le aziende sanitarie più trasparenti, mentre la Campania risulta essere il fanalino di coda: è quanto risulta dalla classifica parziale (aggiornata al 28 dicembre) della campagna di monitoraggio ‘Riparte il futuro’, promossa dalle associazioni Libera e Gruppo Abele nelle 237 aziende sanitarie italiane, attraverso l’iniziativa ”Salute: obiettivo 100%”. ”A un mese dalla scadenza – si legge in una nota delle due associazioni promotrici della campagna – sono soltanto 14 le aziende sanitarie che hanno raggiunto il 100% di applicazione delle norme previste dalla legge 190/2012 sulla lotta alla corruzione”. Quest’ultima prevede che entro il 31 dicembre le aziende sanitarie debbano nominare il responsabile locale anticorruzione, pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e fornire informazioni complete sui vertici dell’organo di indirizzo politico (direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo). Al momento, si legge nella nota, il Friuli Venezia Giulia risulta essere la regione più virtuosa, con l’83% di aziende sanitarie trasparenti, seguita da Basilicata (82%), Valle d’Aosta (78%) e Lombardia (67%). Le regioni meno trasparenti risultano essere la Campania, con il 18% delle aziende in regola con la legge 190/2012, insieme a Molise (19%), Sardegna (25%) e Calabria (29%). Al momento sette aziende sanitarie sono ”ancora all’anno zero sulla trasparenza”, si legge nella nota. Di queste, quattro sono in Campania e una ciascuna in Calabria, Sardegna e Sicilia. Le aziende più virtuose, che hanno raggiunto il 100% di trasparenza, sono 14, di cui otto sono in Lombardia, due in Friuli Venezia Giulia, in Basilicata, Sardegna, Liguria e Sicilia. Dalla graduatoria parziale emerge inoltre che 33 aziende ferme al 15% di trasparenza e 44 quelle hanno superato la percentuale dell’85%. Sono infine 73 (30%) le aziende che hanno pubblicato il Piano contro la corruzione, 172 (71%) hanno nominato il responsabile anticorruzione e il 98% ha pubblicato nome e curriculum del direttore generale, del direttore amministrativo e del direttore sanitario