«Sono soddisfatto di quest’edizione, straordinaria sotto molteplici aspetti», dichiara l’Assessore alle attività produttive, turismo e grandi eventi del Comune di Udine, Maurizio Franz, alla chiusura di Friuli Doc 2020. «Straordinaria perché abbiamo dato un segnale di ripartenza in un momento difficile, lavorando a un evento che ha richiesto un notevole sforzo organizzativo dettato dall’emergenza sanitaria. Ma, soprattutto, perché abbiamo ridefinito il paradigma di Friuli Doc, facendolo ritornare a essere una manifestazione elegante, in totale sintonia con l’immagine e la bellezza del nostro centro storico, stretto in un unico abbraccio con Udine sotto le Stelle. Friuli Doc è tornato a essere il palcoscenico delle eccellenze del nostro territorio – prosegue Franz -, sia quelle enogastronomiche e artigianali che quelle culturali, scientifiche e sportive. In sintesi, con questa edizione ci siamo riavvicinati ai valori da cui Friuli Doc era nato, promuovendo insieme ai migliori prodotti, anche la conoscenza e la cultura. Lo abbiamo fatto con attori di eccellenza quali l’Università di Udine, PromoTurismoFvg, tutte le Associazioni di categoria, il Comitato Friulano Difesa Osterie, la Società Filologica Friulana, il Conservatorio “J. Tomadini” e molti altri. Alla qualità del prodotto si è unita una grande qualità del servizio, aspetto quest’ultimo che il pubblico ha veramente apprezzato. Posso dire, quindi, che il nostro obiettivo è stato raggiunto, anche grazie al senso di responsabilità e di rispetto delle regole di tutti i suoi protagonisti, i visitatori e, naturalmente, gli operatori. È un evento che i friulani attendevano e che si sono ampiamente meritati. Li ringrazio tutti per aver dimostrato, insieme all’Amministrazione comunale, che Friuli Doc si poteva fare», conclude Franz.
Ed è grazie a tutte queste preziose e qualificate collaborazioni che, nei quattro giorni della manifestazione, il capoluogo del Friuli ha accolto oltre 130.000 persone. Un numero elevato di visitatori (pandemia permettendo) che hanno confermato la bontà della nuova formula adottata (solo abbozzata in questa 26ma edizione, forzatamente ridotta), caratterizzata dalla serenità dello svolgimento come confermato anche dal ridotto numero di interventi richiesti alla Polizia Locale,dalla qualità del servizio e delle collaborazioni. È così che la Coldiretti e l’Università di Udine hanno potuto presentare i loro lavori e le proposte legate alle opportunità della biodiversità; che le Botteghe Artigiane e delle Aziende agroalimentari del Fvg si sono presentate grazie a Confartigianato-Imprese Udine; che l’Apu Old Wild West ha scelto questo palcoscenico per presentare la squadra che parteciperà, per la quinta volta consecutiva, al campionato italiano di serie A2 di basket; che PromoTurismoFvg ha raccontato quanto fa per la promozione del nostro territorio; che grazie al Comitato Friulano Difesa Osterie, le osterie udinesi si sono attrezzate per consentire di gustare i loro piatti tipici al giusto prezzo; che i Musei cittadini hanno predisposto un orario di apertura appositamente studiato per l’evento e che AgriFoodFvg ha illustrato il valore dei nostri prodotti a Km0. Dall’altro lato, la Società Filologica Friulana, con un bel concerto offerto a tutti i cittadini, ha ricordato il grande musicista friulano, Albino Perosa e la musica del Novecento, Udine Jazz Ensamble, costituito dagli studenti del Conservatorio “J. Tomadini”, ha allietato l’inaugurazione della manifestazione e non è mancato il divertimento proposto dall’Associazione Folcloristica Stelutis di Udin, con il suo simpatico gioco dell’oca rivisitato per l’occasione.
Non sono mancate le proposte esclusive e dedicate a Friuli Doc che, ancora una volta, ha dimostrato di rappresentare al meglio il catalizzatore regionale di quanto di buono si fa e si può fare nella nostra regione. Un’edizione, insomma, quella del 2020, che lascerà il segno e che, sicuramente, sarà la bussola organizzativa che orienterà gli appuntamenti futuri.
Foto: Luca Mattioli